Super soil e coltivazione biologica
Strain: Kosher Kush, White Widow, Northern Light
In passato mi è capitato di lavorare per un po’ di tempo in alcune fattorie dove si facevano produzioni biologiche e dove ho appreso alcune interessanti tecniche di coltivazione; tecniche che ho deciso di provare ad applicare anche alla coltivazione indoor della cannabis dopo aver letto numerosi commenti circa la presunta superiorità organolettica delle piante coltivate con fertilizzanti organici e metodi biologici.
In particolar modo mi ha attirato la possibilità di migliorare la qualità dei fiori attraverso l’utilizzo di un terriccio bilanciato, cercando di limitarmi ad un travaso e cercando di evitare completamente la fertirrigazione durante tutto il ciclo.
SETUP E PREPARAZIONE DEL TERRICCIO
Per questo mio primo ciclo ho voluto affidarmi ad un setup abbastanza piccolo composto da una growbox in legno MDF da 65x70x175, una lampada HPS da 250 Watt con spettro “agro” abbinata ad un ballast Lumatek, un umidificatore, misuratori vari ed un aspiratore da 355 m³/h con filtro a carboni attivi. Un sistema d’aspirazione di questo tipo normalmente sarebbe da considerare sovradimensionato per uno spazio di coltivazione come il mio, però ho preferito puntare su una soluzione più potente da poter poi riciclare anche con setup più grandi.
Avendo come obiettivo quello di evitare l’aggiunta di fertilizzanti all’acqua di irrigazione, ho dovuto prestare particolare attenzione alla preparazione del substrato e al bilanciamento di tutti gli elementi necessari per soddisfare il fabbisogno della pianta durante l’intero ciclo.
A questo scopo ho preparato una personale variante del Super Soil:
– Suolo torbato 12,5g
– Humus 2,7kg
– NPK naturale (con sterco di gallina, farina di osso…) 200g
– Farina di osso 30g
– Calcario dolomitico 15g
– 750ml d’acqua con 50g di zucchero
– Avena 50g
– Sali minerali 40g
– 5 gusci di uova sminuzzati
– 3 bucce d’arancia
– EM (microorganismi effettivi)
– 5g di acido umico in 0,5L d’acqua
– Alghe marine
Ho preparato tutto in un recipiente da 35 litri ricoperto con una pellicola di plastica e un velo scuro per mantenere il composto al riparo dalla luce del sole per circa 45 giorni, rimescolando tutto ogni due o tre giorni e aggiungendo acqua non clorata quando necessario.
In totale ho ottenuto circa 15 kg di composto fortemente prefertilizzato con cui riempire per 1/3 i vasi delle piante, riempiendo i restanti 2/3 con un terriccio base composto da humus, terriccio torbato e perlite in parti uguali. Da una prima misurazione, il pH del super soil è risultato compreso tra 6.5 e 7, mentre il terriccio base è risultato leggermente più acido con pH 6.
Normalmente alcuni coltivatori consigliano di utilizzare il composto super soil al 50% della capienza dei vasi, ma essendo molto carico di elementi ho preferito limitarmi al 30% per evitare di bruciare le piante. Per introdurre successivamente più elementi ho preparato degli infusi a base di sterco di gallina, farina d’osso, alghe ed EM da lasciar riposare qualche settimana prima dell’utilizzo in modo da rendere già mobili i nutrienti (in agricoltura biologica questo è molto importante perché nei composti organici gli elementi ci mettono più tempo ad essere solubilizzati).
GERMINAZIONE E SEMINA
Appena terminata la costruzione della growroom ho messo a germinare tre semi di Kosher Kush, White Widow e Northern Light. Per stimolare la germinazione ho lasciato i semi tra due fogli di carta assorbente inumidita con una soluzione al 2% di EM per germinazione. In meno di 24 ore hanno iniziato ad aprirsi, li ho allora seminati in alcuni bicchierini di plastica riempiti con un po’ di terriccio e spruzzati con una soluzione molto diluita di EM e di estratto di alga marina (Kelp) che libera un ormone naturale che favorisce molto la crescita.
Appena spuntate, ho impostato il fotoperiodo a 24/0 e l’ho mantenuto durante i primi 10 giorni di crescita delle piante tenendo la lampada ad un palmo di distanza dalle cime. Un problema che ho dovuto affrontare è stata la poca terra utilizzata nei bicchierini, che mi ha costretto dopo pochi giorni a fare un piccolo rabbocco di terra per la Kosher Kush perché dopo l’allungamento iniziale ha iniziato a piegarsi sotto il proprio peso. A dieci giorni dall’emergenza ho proceduto come pianificato con il travaso nei contenitori per la fase di crescita vegetativa.
Ripensandoci ora, forse prima di travasare avrei dovuto aspettare una maggiore colonizzazione del panetto di terra in modo da non rischiare, come poi è effettivamente avvenuto, lo sgretolamento della terra durante il travaso ed evitare così un ulteriore stress alle piante. Ho riempito il fondo dei vasi, per circa il 30% del volume, con il composto super soil e il restante 70% con terriccio base, calcolando che le radici avrebbero impiegato circa una settimana per raggiungere il fondo del vaso.
CRESCITA VEGETATIVA
Fortunatamente tutte le piante sono sopravvissute al problematico travaso e, dopo circa due settimane dalla semina, ho cambiato il fotoperiodo a 18/6 ed ho posizionato la lampada a 40cm dalle cime per cercare di mantenere la temperatura sotto i 30°C. Proseguendo con irrigazioni regolari di sola acqua le piante hanno riacquistato vigore in pochi giorni, la KK e la WW hanno mostrato i primi segni di un eccesso di elementi per cui ho temporaneamente interrotto la somministrazione dello stimolante a base di alghe e proceduto con un’irrigazione a pH 7.5, più abbondante del solito per lavare via dal terreno una piccola parte di elementi e riequilibrare i livelli del substrato. In questo modo ho recuperato in tempo la situazione e le piante hanno proseguito la crescita senza grossi problemi.
Dopo tre settimane dall’emergenza dei primi germogli, ho proceduto con l’ultimo travaso in contenitori da 18 litri. Rispetto alla composizione del substrato utilizzata nel precedente travaso, questa volta ho riempito il vaso col 50% del mio super soil.
Due giorni dopo il travaso, quando le piante erano al quarto internodo, ho iniziato le piegature LST usando del filo metallico ricoperto di plastica. La scelta delle piegature è stata fatta per cercare di ottenere delle cime più compatte evitando gli stiramenti verticali, oltre a formare uno stelo più grosso in grado di reggere meglio il peso dei fiori.
Il resto della fase vegetativa è proceduto senza grossi intoppi, riuscendo a mantenere l’umidità al 60% e la temperatura tra i 23 e i 28°C; ho solamente avuto una situazione di leggero ingiallimento al trentesimo giorno, ma ho risolto irrigando con del solfato di magnesio (sale di Epsom). Durante il resto della crescita ho invece proseguito irrigando con 0,5L di sola acqua ogni due giorni.
FIORITURA E RACCOLTA
A 42 giorni dall’emergenza, con la comparsa dei prefiori, ho sfoltito un po’ le foglie più grandi e ho preparato le piante per entrare in fioritura.
Il super soil ha continuato a svolgere bene il suo compito anche durante la fioritura, liberando in modo graduale elementi nel terreno e permettendomi di irrigare solo con acqua.
Anche se non sembravano averne bisogno, dopo circa 60 giorni dall’emergenza ho deciso di somministrare alle piante un’infusione (compost tea) di torta di ricino, farina di ossa, EM, rapadura, acido umico, Kelp e compost, il tutto mescolato in 1,5L d’acqua ed areato con una pompa per acquari durante 48 ore. Con del bicarbonato di sodio ho alzato il pH della soluzione di 1 punto e mezzo, portandolo da 5 a 6.5.
Dopo 29 giorni dall’inizio della fioritura ho montato un cool tube per mantenere sotto controllo la temperatura ed ho sostituito l’HPS da 250W con una da 400W.
Dopo aver utilizzato per la terza volta il tè di compost, ho iniziato ad aggiungere sempre all’acqua di irrigazione un po’ di melassa. Purtroppo la riduzione di foglie che avevo attuato si è rivelata eccessiva e le piante hanno sofferto un paio di giorni di blocco prima di riprendere a crescere normalmente. Per attivarle un po’ ho seguito il consiglio di irrigare con più acqua facendo 3 giorni di irrigazioni consecutive da 80, 50 e 25ml per ogni pianta.
Con circa 10 settimane di fioritura, e dopo averle lasciate al buio per 24 ore, ho proceduto con il taglio delle piante giunte nel frattempo a maturazione. Non ho avuto un grande risultato ma trattandosi della mia prima volta non posso che esserne soddisfatto, soprattutto in considerazione del fatto che il super soil ha funzionato egregiamente e del fatto che sono riuscito nell’intento di coltivarmi una ganja davvero naturale e biologica.
Un ringraziamento particolare va a tutti i coltivatori del forum che mi hanno seguito durante questo ciclo e che mi hanno aiutato. Il primo ciclo probabilmente non si scorda mai…
Organic Weed (dal forum di enjoint.com)