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Il Sudafrica accelera sulla cannabis

Il governo del Sudafrica spinge per regolare il fenomeno e creare posti di lavoro

Una piantagione di cannabis in Sudafrica
Nel settembre 2020 fu presentato al Parlamento del Sudafrica, un disegno di legge sull’uso privato della cannabis che, strada facendo, ha incontrato numerosi ostacoli per l’approvazione.

Il pretesto si accese quando nel settembre 2018 la Corte Costituzionale Sudafricana depenalizzò l’uso personale della cannabis; ciò avvenne a seguito di una sentenza della Corte Suprema, secondo la quale gli adulti potevano fumare marijuana in privato lontano dai luoghi pubblici.

Tale ratifica, rilevata da complesse argomentazioni socio-economiche e politico-culturali, anche lontane nel tempo (apartheid), comprendeva altresì, che il consumo e la coltivazione privata della cannabis, avrebbero dovuto essere regolamentati, con l’emanazione di una normativa.

I legislatori avrebbero avuto due anni di tempo per legalizzare la marijuana, chiamata localmente ‘dagga’.

Ma quali erano e quali sono le priorità per la creazione di un quadro normativo equo?

In questo territorio persistono aree ‘tribali’ impoverite, composte da famiglie povere e soprattutto donne, che producono cannabis illegalmente.

Dall’altra parte, sono in crescita le zone controllate dall’industria, dove l’intervento dei capitali esteri e l’accesso ai mercati internazionali, con l’esportazione dei cannabinoidi, ha favorito e sta favorendo solo i più ricchi, il che potrebbe portare ad un ulteriore disparità economico sociale.

SUDAFRICA: IL PIANO GENERALE PER LA CANNABIS

Il presidente Matamela Cyril Ramaphosa, avvocato e sindacalista sudafricano, ha dichiarato, nel suo recente discorso sullo stato della nazione, che l’industria della cannabis, se ben potenziata, potrebbe creare 130.000 posti di lavoro a livello nazionale.

La posizione di Ramaphosa, riguardo la riforma globale della ‘dagga’, è ponderata dal bisogno di creare sostegno ad un’economia sudafricana in difficoltà.

Il Dipartimento sudafricano dell’agricoltura, della riforma agraria e dello sviluppo rurale (DALRRD), dal suo canto, ha presentato un “piano generale sulla cannabis” per sostenere l’approvazione del disegno di legge, per favorire incentivi per gli agricoltori e per creare un mercato locale, oltre a quello dell’esportazione e a quello illegale.

Oltre a quanto detto, i numeri confermano che la produzione illegale della marijuana risulta multimiliardaria, perché secondo l’Africa Regional Hemp and Cannabis Report, nel 2018, l’11% del mercato globale, per un valore di 37,3 miliardi di dollari, è rappresentato dal continente Africano.

La cannabis rappresenterà, per il futuro, un settore chiave per posti di lavoro ed altre opportunità economiche; il governo spera di ottenere considerevoli profitti dalla riforma della cannabis.

Nel Sudafrica, dove la marijuana cresce spontaneamente, nonostante gli impedimenti di alcuni politici, si spinge per la riforma complessiva della ‘dagga’, mentre si dice che “Dio l’ha messa lì e vuole che cresca; chi dà al governo il diritto di dire che Dio sta sbagliando? ”  (Willie Nelson)

Articolo a cura di Fazio Bartocci

 



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