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Street Wear History

Street Wear HistoryLo Street Wear è uno stile nato all’inizio degli anni 80 ispirato dalla sneaker culture e dagli hipsters della zona sud est di New York.
Nel tempo però lo street wear si è affiancato e poi integrato alla cultura hip hop che negli stessi anni conquistava, con il rap, i dj, la break dance e i graffiti, i ghetti della east coast americana.
Durante gli ’80, alcune icone hip-hop come Cherelle e Andre vestivano tracksuits vivaci e colorate, capi in sheepskin, giacca militare bomber, scarpe Clarks, stivali Dr. Martens, e sneakers (di solito Adidas modello shelltoes con lacci oversize).
Subito alcuni consolidati brand d’abbigliamento sportivo come Le Coq Sportif, Kangol, Adidas e Nike Inc. si lanciarono alla conquista di del nuovo mercato. Accessori popolari divennero gli occhiali da sole larghi (preferibilmente Cazals o Gazelles), cappellino da pescatore, cinture e piastrine personalizzate e molti anelli.
Anche i gioielli d’oro divennero popolari negli anni ’80, soprattutto quelli molto pesanti che diventeranno un elemento duraturo nella moda hip hop. La gioielleria pesante era associata al prestigio e alla ricchezza, e qualcuno aveva avvicinato questo stile all’africanismo.

Verso la fine degli ’80 il Black nationalism aumentava la sua influenza sul rap, e la moda come i capelli attingevano sempre di più alle influenze della tradizione africana.
I pantaloni larghi divennero popolari grazie a rapper che amavano ballare come MC Hammer. Il fez, il Kufi, i dreadlooks, e l’abbigliamento di color verde, nero e rosso divennero anche loro popolarissimi grazie ad artisti come Queen Latifah, KRS-One, Public Enemy, e l’X-Clan.
Nei primi anni ’90, alcuni rapper come The Fresh Prince, Kid ‘n Play, e Left Eye dei TLC, promossero uno stile più pop indossando cappellini da baseball e vestiti vivaci e fluorescenti mentre i Kris Kross stabilirono il verso con cui indossare gli abiti: al contrario.
La stipulazione nel 1984 del contratto tra Nike e quello che sarebbe diventato una star assoluta del basket, Michael Jordan può essere considerato come il punto di svolta nella partita con la rivale Adidas. Così la Nike si attesto a leader del mercato urban street wear sneaker dalla metà degli ’80 alla metà dei ’90.
Nel frattempo altri chlothing brands associavano la loro immagine alla cultura hip hop come ad esempio Champion, Carhartt o la Timberland soprattutto nella east cost dove si faceva largo lo stile sporting-gangsta dei Wu Tang Klan. Già dei pionieri del gangsta-rap avevano adottato alla fine degli ’80 i pantaloni Dickies, camicie a quadri, i cappelli da baseball neri dei Raiders, le scarpe All Stars e le giacche dei club sportivi della linea Starter.

Street Wear History
La moda hip hop in questo periodo influenzò le passerelle più prestigiose. Verso la fine degli anni ’80, Isaac Mizrahi, ispirato dal suo portiere che indossava una pesante catena d’oro, creò una collezione profondamente influenzata dall’Hip Hop: le modelle indossavano biancheria sexy, catene d’oro, grosse cincture metalliche simili alle piastre in cui i rapper incidevano il nome e bomber neri.
Nel frattempo il Gangsta rap divenne uno degli stili più gettonati dell’Hip Hop e da metà deglin anni ’90 venne influenzato dall’abbigliamento dei teppisti di strada e dei galeotti. I rapper della West Coast adottarono lo stile di una gang ispanica di Los Angeles i Chigano Gangsters, detto anche stile Cholo: pantaloni larghi, tatuaggi neri, bandana, e camicia fuori. Anche la maniera di portare i pantaloni bassi senza cintura è una particolarità dello stile che ebbe origine in prigione. Questo stile, associato alla mentalità territoriale delle gang della west coast, fu adottato inizialmente dai giovani afro-americani di Los Angeles e poi da tutta la comunità hip hop.
Artisti come Dr. Dre, Snoop Dogg, Ice Cube e i Beastie Boys vestivano e sponsorizzavano Ben Davis workwear nei video e ai concerti, un brand capace di inserirsi trasversalmente nella cultura delle gang, dello skate e dell’hip hop.
Il gangsta era anche uno sguardo allo stile mafioso degli anni ’30 e ’40, specialmente dal remake dell’83 di Scarface, divennero popolari i cappelli col bavero, i completi in doppio petto, camice di seta e scarpe in pelle di alligatore (gators). Nello stesso periodo nella east coast nasceva lo stile “ghetto fabulous”, un termine coniato da Sean Combs, alias Puff Daddy, per indicare uno stile derivato dall’alta moda. Lo sportswear degli anni ’90 fu colonizzato da Tommy Hilfiger, segiuto da Polo, Calvin Klein, Nautica, and DKNY. Altri brand si presentarono sul mercato dello street wear: FUBU, Karl Kani (entrambe create da Sean combs Puff Daddy) , Ecko Unlimited, Mecca USA, Lugz, Walker Wear, Boss Jeans by IG Design, e Enyce.
Dagli anni ’90 ai giorni nostri molti artisi dell’hip hop e produttori hanno creato la loro etichetta di moda e la loro linea d’abbigliamento: Wu-Tang Clan (Wu-Wear), Russell Simmons (Phat Farm), Kimora Lee Simmons (Baby Phat), Puff Daddy (Sean John), Damon Dash e Jay-Z (Rocawear), 50 Cent (G-Unit Clothing), Eminem (Shady Limited), e OutKast (OutKast Clothing).
Gli elementi che possono essere considerati la base di un abbigliamento street wear moderno sono essenzialmente questi: jeans larghi portati bassi, catene d’oro o di platino (uno snake d’argento in Italia), felpa o maglietta XXXL, scarponi o un paio di sneakers.

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fonte: teknosurf.wordpress.com



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