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Strategie di controllo del Phorodon cannabis, afide della Canapa sativa

Strategie di controllo del Phorodon cannabis, afide della Canapa sativa
Whitney Cranshaw – Colorado State University

 

Phorodon cannabis Passerini 1860 (Hemiptera:Aphididae:Macrosiphini) è un parassita di provenienza Nord-Africana e Euro-Asiatica e solo di recente la sua presenza è stata confermata anche in Nord America (Halbert 2016).

La sua riproduzione, al pari di tutti gli altri Afididi, applica meccanismi che ne esaltano il potenziale riproduttivo. La riproduzione sessuale è un evento circoscritto a una fase specifica del ciclo, finalizzata a produrre lo stadio svernante, detto uovo durevole, e garantire perciò la perpetuazione della specie sull’ospite e la variabilità genetica. La moltiplicazione è invece affidata alla partenogenesi telitoca, che si svolge nel corso dell’anno producendo un numero indefinito di generazioni di sole femmine e la diffusione delle colonie nell’ambiente.

Gli Afididi (Aphididae), a differenza degli altri Afidi (Adelgidae e Phylloxeridae) sono ovipari solo in corrispondenza della riproduzione sessuale, mentre la riproduzione partenogenetica è caratterizzata dalla viviparità. Sono insetti polimorfici. Le due forme morfologiche fondamentali sono l’attera e l’alata, la molteplicità dei cicli e le singole specificità fanno sì che esista una notevole varietà di forme, spesso accompagnata dall’adozione, in letteratura, di terminologie coniate ad hoc. Facendo riferimento alla riproduzione, le femmine sono distinte nei seguenti tipi funzionali:

– virginopara: nata per partenogenesi, si riproduce a sua volta con lo stesso meccanismo originando una nuova generazione partenogenetica di sole femmine che si riprodurranno per partenogenesi;

– sessupara: nata per partenogenesi, si riproduce a sua volta con lo stesso meccanismo originando però una generazione di individui che si riprodurranno per anfigonia;

– femmina anfigonica nata per partenogenesi: si riproduce a sua volta per anfigonia, accoppiandosi con un maschio, e deponendo un solo uovo destinato allo svernamento (uovo durevole). Dall’uovo durevole (anfigonico) nasce la femmina fondatrice che si riproduce per partenogenesi.

Facendo riferimento al ciclo si distinguono i seguenti tipi morfofunzionali:

– fondatrice: femmina nata dall’uovo durevole (anfigonico) e che si riproduce per partenogenesi;

– fondatrigenie: è una virginopara discendente dalla fondatrice che nasce perciò sull’ospite primario;

– migrante: è una fondatrigenie alata.

Strategie di controllo del Phorodon cannabis, afide della Canapa sativa
Whitney Cranshaw – Colorado State University

 

Il ciclo biologico dello Phorodon cannabis si completa su un solo ospite (Monoico) a differenza di altre specie come il Phorodon humulus (Eteroico) che si completa su un ospite primario (Prunus) e un ospite secondario, Canapa sativa, inoltre è olociclo perché si svolge con l’alternanza fra un numero indeterminato di generazioni partenogenetiche e una sola generazione anfigonica. L’olociclo risponde a due differenti esigenze biologiche: la riproduzione sessuale ha lo scopo di perpetuare la specie, permettendone lo svernamento allo stadio di uovo durevole, mentre la partenogenesi ha lo scopo di sostenere la crescita della popolazione. Infine è un ciclo omotopo perché si svolge esclusivamente sull’apparato vegetativo aereo (foglie e germogli).

Lo sviluppo post-embrionale passa attraverso quattro stadi, con differenze marcate fra individui alati e atteri: negli alati si susseguono due stadi di neanide, uno di preninfa e uno di ninfa; in quelli atteri si passa attraverso quattro stadi di neanide. Le differenze morfologiche fra stadi giovanili e adulto, negli individui atteri, riguardano il numero di articoli delle antenne, la forma della codicola e dei sifoni. La forma definitiva degli adulti è normalmente priva di ali, mentre gli stadi alati possono essere particolarmente comuni a fine estate.

L’afide della cannabis (Phorodon cannabis) è una specie dal color crema al giallo pallido. Verso la fine della stagione, quando la lunghezza ridotta del giorno attiva i cambiamenti nell’insetto, predominano le forme che vanno dal verde chiaro al rosa pallido, al marrone chiaro.

Vengono prodotte forme alate e attere, le forme alate permettono agli afidi di disperdersi in nuove piante, quindi conferiscono alla specie un alto potenziale biotico.

Dalla nascita alla forma di adulto maturo passano due settimane (lo sviluppo è sempre fortemente legato ai fattori ambientali e alla disponibilità di cibo). Le femmine adulte partoriscono da 1 a 5 individui al giorno e vivono circa 3-4 settimane. All’aperto si verifica un cambiamento nel ciclo di vita a fine estate/inizio autunno, attivato da una diminuzione della lunghezza del giorno: in questo periodo dell’anno vengono generate diverse forme come i maschi alati e la forma femminile alata (ovipare). I maschi sono più piccoli e più scuri delle femmine, con una lunghezza media di 1,6 – 1,8 m. Le uova svernanti sono di colore verde-nero lucido, lunghe 0,7 mm. Le Fondatrici hanno una forma ovale rispetto alle forme attere e sono leggermente più corte (1,8-2,4 mm), con lunghe antenne. L’accoppiamento avviene in questo periodo e la femmina depone le uova su foglie, fiori e steli. Questo è l’unico periodo dell’anno in cui le uova vengono deposte esternamente sulla pianta. In tutti gli altri periodi dell’anno sono presenti forme interamente femminili che si riproducono per partenogenesi danno vita a figlie geneticamente identiche alla madre.

Il Phorodon cannabis sverna come uovo e richiede condizioni di temperatura e fotoperiodo ottimali per potersi schiudere, inoltre una vicina piantina di cannabis agevolerebbe la futura ninfa. Poiché tali condizioni si verificano raramente, giacché i campi vengono normalmente ruotati e lavorati per eliminare le piantine, la sopravvivenza dell’afide della cannabis si verifica più spesso al chiuso, mantenuta durante l’inverno su piante vive e su trapianti infestati.

Strategie di controllo del Phorodon cannabis, afide della Canapa sativa
©Whitney Cranshaw – Colorado State University


Danni

L’afide della cannabis si nutre di fluidi del floema vegetale, che estrae attraverso il suo apparato boccale “pungente succhiante”. Il danno è causato sia dalla perdita di liquidi vegetali sia dalla sterilità dei fiori pistilliferi i quali presentano perigonio e ovario ipertrofici. Quando un numero elevato di afidi è presente sulla pianta può causare una riduzione del vigore della pianta che può comportare una crescita rallentata, appassimento, ingiallimento delle foglie, filloptosi e morte certa. Di solito si trovano sul lato inferiore delle foglie, fiori femminili, sugli steli e nelle scanalature del fusto, formando grandi colonie di dozzine (o centinaia) di individui. Sviluppano una relazione simbiotica con altri insetti come formiche o api, secernono dall’ano una sostanza addolcita chiamata melata, che è costituita dagli escrementi liquidi prodotti da un adattamento fisiologico degli insetti fitomizi che si nutrono esclusivamente di linfa. La dieta a base di linfa è sbilanciata a causa dell’elevato tenore in zuccheri e del basso tenore in amminoacidi, perciò per soddisfare il proprio fabbisogno azotato, questi insetti devono assumere quantità sproporzionate di linfa di cui dovranno scartare buona parte dell’acqua e degli zuccheri disciolti che va ad alimentare le formiche che a loro volta proteggono loro dai predatori.

Man mano che gli afidi della cannabis si nutrono, espellono continuamente il fluido appiccicoso. Questo viene prodotto sotto forma di minuscole goccioline che cadono sulle superfici delle foglie dove possono essere notate come piccole macchie lucenti, le foglie cosparse di melata necrotizzano per effetto delle “bruciature”, dovute ai raggi solari che vengono concentrati, per l’effetto “lente”, dalle gocce di melata.

Man mano che gli afidi della cannabis crescono, devono periodicamente liberarsi della loro “pelle” esterna (esoscheletro) tramite la muta; il vecchio esoscheletro, al pari delle gocce della melata, cadrà sulle foglie inferiori e può essere un eccellente segno diagnostico per la rilevazione delle infestazioni da afide di cannabis. L’abbondante emissione di melata sulle foglie e i fiori di canapa rappresenta il substrato ideale per l’insediamento dei funghi agenti della fumaggine (Alternaria, Torula, ecc). Questa, sviluppandosi sulla superficie delle foglie, impedisce la fotosintesi e interferisce perciò nel bilancio energetico della pianta, contribuendo alla decurtazione della produzione e al deperimento delle piante.

L’Afide verde della canapa è vettore di virus del tipo stylet-borne e, meno frequentemente, del tipo circolativo. La possibilità di trasmissione delle virosi è spesso un’eventualità più temibile degli stessi danni diretti provocati dagli insetti, in quanto molte virosi possono causare la distruzione totale di un raccolto o di una piantagione.

L’importanza di questa relazione è notevole, al punto che la normativa fitosanitaria in materia di vivaismo impone la lotta preventiva agli afidi come misura di profilassi contro la diffusione delle virosi. Il Phorodon cannabis trasmette il Virus del mosaico dell’Erba Medica (AMV), noto anche come virus del mosaico di Lucerna o virus calico delle patate, il Virus del mosaico Arabo (ArMV), il Virus del mosaico del Cetriolo (CMV), inoltre potrebbe trasmettere il Virus del mosaico Sunn-Canapa (SHMV) e il Virus criptico della Cannabis.

Strategie di controllo del Phorodon cannabis, afide della Canapa sativa
©Whitney Cranshaw – Colorado State University


Lotta

Per il controllo del Phorodon cannabis ci si avvale di molteplici fattori, particolare incidenza ha la competizione intraspecifica, causata dal sovraffollamento, e la comparsa delle virginogenie alate. In entrambi i casi il meccanismo di controllo è rappresentato da una riduzione della fecondità, alla quale si aggiunge l’elevata mortalità che colpisce le alate nelle fasi di migrazione. Tra i fattori esterni di natura abiotica sono di particolare importanza quelli climatici, come temperatura e vento.

Nelle coltivazioni protette (serre) si sta sperimentando anche il metodo delle Banker Plants, ovvero delle piante nutrici intercalate tra le piante da coltivare che garantiscono agli insetti cosiddetti utili un ambiente ottimale per poter crescere e moltiplicarsi.

Il controllo del parassita è aggravato dalla simbiosi che attua con le formiche, Formica fusca rufibarbis e Camponotus piceus. Allo scopo di sfruttarne la produzione di melata (sostanza zuccherina di cui si cibano), le formiche favoriscono la diffusione dei parassiti trasportandoli su piante e germogli non attaccati, interferiscono con la loro moltiplicazione inibendo la comparsa delle virginogenie attere, causando l’incremento della popolazione, inoltre li proteggono dai loro predatori. Ne è un esempio il fatto che le formiche attaccano le coccinelle che si cibano di afidi. Nel complesso, perciò, la simbiosi è un fattore di predisposizione che favorisce l’incremento delle popolazioni afidiche a danno delle colture, per cui un piano di Pest Management dovrebbe prevedere anche la lotta alle formiche.

Gli insetti utilizzati per contrastare il Phorodon cannabis sono Aphidius Matricariae, parassitoide Braconidae: la femmina adulta deposita l’uovo all’interno del corpo dell’afide, compie il suo ciclo di vita (dall’uovo alla fuoriuscita dell’adulto) in 13-15 gg a seconda della specie dell’afide e delle temperature. Solitamente le mummie sviluppano, a 20°C, in 5-6 gg, nel corso della sua vita; una femmina può deporre circa 350 uova. Le temperature ottimali per lo sviluppo di Aphidius matricariae sono comprese tra 18 e 25° C con un’umidità relativa del 60-80%. La cultura degli insetti risulta essere particolarmente efficace quando la popolazione di afidi è bassa. Per questo l’Aphidius matricariae può essere inserito preventivamente o appena si riscontrano afidi mobili. Tra i predatori generalisti ricordiamo: Coccinella septempunctata, Aphidoletes aphidimyza, dittero predatore della famiglia Cecidomidae e Chrysopa carnea della famiglia delle Chrysopidae. I microrganismi patogeni includono i funghi Entomophtora spp. e Verticillium lecanii.

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©Whitney Cranshaw – Colorado State University

 

di Giulio Brescia
Entomologo e Consulente Ambientale c/o Ausl Romagna, ha collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali su varie tematiche



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