Storia di Mary Jane Rathbun, la donna che inventò i brownie alla marijuana
Con gli occhiali spessi, i capelli grigi e il gilet, a una prima occhiata potrebbe sembrare una normale vecchietta ma osservandola attentamente si può notare una toppa a forma di foglia di marijuana, sempre presente nel suo outfit: stiamo parlando di Mary Jane Rathbun l’inventrice dei brownie alla marijuana. Questa signora durante gli anni ’60 e ’70 iniziò a mischiare marijuana ai brownie che poi offriva ai malati di AIDS.
Mary Jane nacque nel 1922 a Chicago e come molti giovani del periodo si trasferì a San Francisco durante la Seconda Guerra Mondiale. Attivista per i diritti del lavoro e per l’aborto in gioventù e per la cannabis nell’età adulta, giunta in California incontrò l’uomo che sposò e da cui ebbe una figlia. Il matrimonio però non ebbe successo e presto divorziarono. All’età di soli 22 anni la figlia perse la vita in un incidente d’auto e questa tragedia unita allo spirito di Mary Jane per la difesa dei diritti e la violazione delle regole si pensa avrebbe posto le basi per la battaglia della sua vita a favore della cannabis medica.
Alla fine degli anni ’60, per guadagnare soldi extra, Mary Jane iniziò a vendere i brownie, pubblicizzandoli, attraverso dei volantini in giro per il quartiere, come “magicamente deliziosi”. La cosa attirò molti clienti, e le forze dell’ordine. Nel 1981, all’età di 57 anni, fu arrestata. La cosa ebbe rilievo nazionale, in particolare per il suo aspetto da nonna in netta contrapposizione con le sue attività illegali: fumare marijuana e cucinarla. I suoi scontri legali che catturarono l’attenzione dei titoli nazionali diedero a Rathbun il famoso soprannome: Brownie Mary. Solo un anno dopo iniziò a manifestarsi, in particolare tra le comunità gay, una misteriosa malattia con il nome di sindrome da immunodeficienza acquisita, o AIDS, da cui San Francisco fu particolarmente colpita registrando un alto numero di vittime. A Brownie Mary furono assegnate centinaia di ore di servizio alla comunità in seguito al suo primo arresto e lei scelse di trascorrerle con i pazienti affetti da AIDS. Divenne così una volontaria al General Hospital di San Francisco e le sue cure avevano un effetto misterioso. Ai pazienti con AIDS, e anche cancro, colpiti dalla nausea, i suoi brownie potevano alleviare il disagio e indurre la fame, note caratteristiche della marijuana. Un suo collega attivista ne contò più di 1.600 al mese.
Nel 1986, l’ospedale le conferì il premio “Volontaria dell’anno”. Quelle 500 ore di servizio alla comunità alla fine diventarono 18 anni dedicati all’aiuto dei pazienti affetti da una malattia di cui non si sapeva ancora nulla.
Agli inizi degli anni ’90, Brownie Mary divenne una potenza politica e in collaborazione con l’attivista Dennis Peron fece pressioni per la legalizzazione della marijuana medica. Il suo terzo arresto nel 1992 ricevette un’enorme copertura mediatica e i titoli non la ritrassero più come una nonna cattiva: era diventata un’attivista per la lotta all’AIDS. Alla fine Rathbun fu assolta dalle accuse e poco dopo il Consiglio delle autorità di vigilanza di San Francisco dichiarò il 25 agosto 1992 il “Brownie Mary Day”. Nello stesso anno aiutò Peron ad aprire il primo dispensario americano di marijuana medica: il San Francisco Cannabis Buyers Club. Inoltre il suo lavoro ha ispirato la ricerca sull’efficacia della marijuana medica per le persone affette da HIV e AIDS.
Con il tempo la salute di Brownie Mary iniziò a peggiorare e nel 1999 morì di infarto, all’età di 77 anni. Centinaia di persone si presentarono alla veglia in suo onore e nonostante tutti i suoi problemi legali viene ricordata come una valorosa attivista.