Stop al Decreto Sicurezza: tutti in piazza per salvare la canapa
31 maggio a Roma le istanze contro il decreto Sicurezza si uniscono a quelle della canapa in manifestazione con la presenza della MiIlion Marijuana March
Il countdown è iniziato. Sabato 31 maggio. Ore 14. Roma. Migliaia di persone scenderanno in Piazza Vittorio per dire no al decreto Sicurezza, che, tra le altre cose, rischia di cancellare con un colpo di spugna il settore tricolore della canapa industriale.
Quella organizzata da Rete No Ddl Sicurezza e Million Marijuana March però è molto più di una manifestazione. Ma una delle ultime occasioni per cercare di fermare una norma che, se approvata definitivamente, decreterebbe la chiusura di oltre 3mila aziende e il licenziamento di oltre 22mila lavoratori.
DECRETO SICUREZZA: LA FINE DI UN SETTORE CHE VALE CENTINAIA DI MILIONI L’ANNO
Il decreto promosso dal governo Meloni non è solo una stretta normativa, ma una vera e propria condanna per un comparto che negli ultimi anni aveva trovato la sua strada, portando lavoro e innovazione. E i numeri parlano chiaro: più di 3mila aziende, 22mila posti di lavoro a tempo pieno e 2 miliardi l’anno di impatto economico.
Dietro queste cifre però ci sono agricoltori, trasformatori, negozianti, e soprattutto persone, che dal 2016 ad oggi, nonostante i bastoni tra le ruote, hanno investito, assunto personale, sognato un futuro diverso per le proprie attività. Tutto questo rischia di sparire. Per cosa? Dei meri pregiudizi ideologici.
Il decreto Sicurezza però non colpisce solo la canapa. Rappresenta quello che gli organizzatori definiscono come un «progetto autoritario», che mira a colpire i diritti e la libertà dei cittadini attraverso delle norme che trasformano le questioni sociali in emergenze di ordine pubblico.
IL TEMPO È AGLI SGOCCIOLI: BISOGNA AGIRE
La tempistica è cruciale. Come si legge dal comunicato ufficiale, «Il 26 maggio il Decreto Sicurezza passerà in discussione alla Camera. Dopo la trasformazione del DDL in Decreto, il Governo ha tempo fino al 12 giugno per approvare definitivamente la legge».
La conversione a sorpresa del Ddl Sicurezza in decreto legge ha impedito la discussione parlamentare, tagliando la possibilità di qualsiasi modifica. E quindi il 26 maggio ci sarà una marcia simbolica verso il Parlamento, mentre la manifestazione del 31 maggio assume un ruolo politico fondamentale: dimostrare che i cittadini non accettano passivamente questa deriva repressiva.
Non si tratta solo di difendere un business o un settore economico, ma il diritto a un’economia sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle persone. Si tratta di dire no a un governo che preferisce la repressione al dialogo, la chiusura all’innovazione.
Ogni azienda, ogni lavoratore, ogni appassionato ha il dovere morale di essere presente, anche se non è direttamente coinvolto nel settore. Ci vediamo tutti a Roma il 31 maggio per decidere il futuro della canapa in Italia!