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Stop alla caccia dei consumatori di cannabis

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‘In Italia è in atto una vera e propria caccia al consumatore di cannabis’. Ogni giorno, in media, vengono arrestati ‘circa 10 consumatori’ e tra questi ‘almeno uno è fermato per aver superato di pochissimo la dose massima consentita’. Lo affermano le associazioni Luca Coscioni, Radicali antiproibizionisti, Sensibilizzazione Canapa autoprodotta (Ascia) e il movimento Liberali antiproibizionisti, che in occasione di una conferenza stampa al Senato, hanno invitato il ministro con delega alle politiche antidroga, Andrea Riccardi, il Governo, il Dpa e il Parlamento a ‘rivedere la Fini-Giovanardi, cancellare la presunzione di reato, giungere a una regolamentazione della coltivazione domestica e della detenzione a scopo personale e a non introdurre, in caso d’incidente stradale, l’esame delle urine per il conducente, poiché si potrebbe riscontrare la presenza della sostanza anche se consumata un mese prima’.

‘Ognuna delle nostre organizzazioni ha chiesto un incontro a Riccardi – ha spiegato Giancarlo Cecconi (Ascia) – ma il ministro non ci ha ancora risposto. Non vogliamo altro che evitare la ‘criminalizzazione’ dei 5 milioni di consumatori occasionali o abituali di cannabis’. ‘Viviamo in uno Stato di polizia, quando le richieste che giungono dai social network e dalla rete vanno in direzione opposta’ ha puntualizzato Edoardo De Blasio (movimento Liberali antiproibizionisti). Per le associazioni ‘non è corretto che chi consuma cannabis, magari nella propria abitazione, venga criminalizzato, a differenza di chi beve o fuma’.

“Per quanto si continuino a depositare in Parlamento disegni di legge – ha commentato la senatrice radicale Donatella Poretti – non si riesce a modificare in positivo la Fini-Giovanardi. Da questo Governo tecnico ci aspettavamo iniziative più pragmatiche, meno ideologiche’. ‘Preoccupa’, ha sottolineato infine Claudia Sterzi (Radicali antiproibizionisti), la risoluzione proposta dal Dipartimento antidroga ai lavori dell’Unodc (organizzazione dell’Onu contro la droga e il crimine) di Vienna a tutela delle donne e dei minori: “Questa risoluzione, in Italia, si trasformerà in un accanimento verso le donne e le giovani mamme: vogliamo affermare la facoltà di far uso di ciò che vogliamo senza essere chiamati criminali”.

fonte: Radicali.it

 



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