Stony Hill – Damian Marley
Damian Marley, a differenza di molti suoi colleghi giamaicani, non è stato mai un artista molto prolifico né per quanto riguarda i singoli né gli album. Fatto sta che non aveva mai fatto attendere i suoi fans come questa volta. “Stony Hill” viene alla luce dopo più di dieci anni dall’uscita di “Welcome To Jamrock” ultimo lavoro solista. Dopo quell’album, lo ricordiamo per dovere di cronaca, era uscito “Distant Relatives” interessantissima collaborazione con il rapper Nas.
Marley sceglie la data del suo compleanno, 21/07, per pubblicare un disco che ripaga la lunga attesa. 75 minuti di ottima musica, che ha qualche calo qualitativo in un paio di tracce, ma in un disco che ne contiene 17 può succedere. Dopo l’intro a cura di Big Youth, il primo pezzo del disco è Here We Go, traccia che anche grazie al campione di Jah Is Watching di Dennis Brown serve all’ascoltatore il miglior Damian Marley possibile. Si prosegue velocemente con pezzi già conosciuti ai più come Nail Pon Cross e R.O.A.R., per arrivare alla prima collaborazione del disco, la potentissima Medication che è una combo in famiglia in quanto il secondo interprete è il fratello Stephen. Siamo già a metà disco e con Living It Up abbiamo un giro di boa anche a livello di sonorità, infatti da qui in poi Marley si allontana da quel ritmo diventato ormai un marchio di fabbrica e si diverte a sperimentare posando la sua voce su tappeti soul, accenni di jazz e bossa nova come in Grown & Sexy che ben si prestano al suo ampio spettro vocale.
In conclusione penso che questo lavoro sia all’altezza del nome e del calibro del personaggio, le produzioni, come è giusto che sia sono curate e di qualità. Pur non alzando l’asticella in quanto a sperimentazione “Stony Hill” è un disco che sicuramente arricchisce la discografia di ogni appassionato di buona musica.