Stevia: un piano per coltivarla in Italia
Intanto, chiariamo di cosa si tratta. La stevia è una concreta alternativa alla barbabietola da zucchero, in grado di assolvere alla sua funzione principale, quella dolcificante, grazie all’alto potere nutraceutico dei gluscosidi steviolici, senza conseguenze dannose per l’organismo: è un prodotto naturale, a zero calorie e perciò raccomandabile per obesi e diabetici.
Sono oltre 9.000 i prodotti attualmente sul mercato mondiale a base di stevia; Coca Cola Life, Dietor, Misura, Ferrero, Sammontana sono solo alcune delle società che ne fanno uso e a tal proposito altre informazioni potete trovarle sul sito dell’Organizzazione Internazionale della Stevia.
Circa il 70% delle foglie secche di stevia da cui si ricava l’edulcorante naturale è coltivato in Cina e poi estratto localmente in Malesia, per finire sulle nostre tavole con i marchi come quelli suddetti.
La buona notizia è che in collaborazione con agricoltori locali, sono state avviate aree pilota di stevia in Italia, non solo in Sicilia ma anche in Sardegna, Marche, Romagna e Friuli Venezia Giulia. A promuovere il piano agro-industriale è il Gruppo Ital Stevia, che può contare, in esclusiva, della competenza della francese Stevia Natura, proprietaria del più grande ed unico impianto d’estrazione in Europa.
Un’opportunità interessante anche nell’ottica imprenditoriale considerato che la redditività attuale della stevia è interessante – secondo il Gruppo Ital Stevia, a fronte di un investimento iniziale di circa 15.000 euro l’ettaro, la redditività, media annuale, può essere di 13.500/20.000 euro all’ anno per quattro anni -, tanto più che sono in corso ricerche per evidenziare altre proprietà di questa erba dolce: nelle foglie fresche di stevia sarebbero presenti sostanze attive come anti-ossidanti o anti-aging.