Sri Lanka: un turista italiano è in carcere da quasi un anno per pochi grammi di cannabis

Arrestato per possesso di cannabis e da undici mesi detenuto nel carcere di Colombo, la capitale dello Sri Lanka, ancora in attesa di processo con l’udienza di fronte al giudice che ogni mercoledì viene convocata solo per essere rinviata di ulteriori sette giorni. E’ la storia che sta vivendo Antonio Consalvo, 33enne di Pordenone.
Consalvo è stato arrestato nell’aprile del 2018, mentre era in viaggio da solo. I suoi genitori lo hanno saputo diversi giorni dopo e solo il 4 marzo, dopo oltre 10 mesi di detenzione, la madre è riuscita a visitarlo all’interno dell’istituto penitenziario.
A seguire il suo caso è un avvocato locale, che da quando è stato arrestato si occupa di portargli il cibo e di seguirlo nelle inutili sedute del processo, che sta venendo rinviato all’infinito senza che ancora sia stata formalizzata alcuna accusa.
«Fisicamente sta bene, è un po’ trascurato – ha raccontato in una lettera dopo averlo visto la madre – Il suo desiderio e che gli venga fatto un processo e non capisce nemmeno lui perché rinviano, l’ho messo al corrente di tutto quello che si sta muovendo per lui e ringrazia tutti, speranzoso che finalmente qualcosa succeda. Mi ha richiesto un cuscino, un sapone antibatterico, era tutto pieno di irritazioni sulla pelle per il caldo e poca igiene».
Il caso, del quale si inizia a parlare in seguito alla determinazione della famiglia e non certo grazie ai media generalisti, fino a questo momento non pervenuti, è seguito dalla ambasciata italiana in Sri Lanka, che da mesi continua a rassicurare la famiglia dicendo che il processo avverrà a breve. Intanto Antonio è da oltre 300 giorni in carcere.