Spettacolo all'All Star Game: Kendrick Lamar e Pharrell (con tanti ospiti) infiammano gli States
Spettacolo da brividi quello andato in scena stanotte nell’All Star Game, l’evento che ha concluso il weekend NBA in quel di New Orleans. Se sul campo a fare faville sono stati i soliti Kevin Durant, LeBron James, Blake Griffin e Carmelo Anthony, prima e durante il match sono stati i live show a catalizzare tutta l’attenzione: l’attesa era tutta sull’esibizione di Pharrell Williams, atteso con numerosi ospiti per la sua performance.
Proprio quest’ultimo ha aperto le danze con uno show di circa venti minuti: dapprima in solitaria, poi con l’ausilio di una serie di amici/colleghi ha infiammato il pubblico di New Orleans. Il redivivo Nelly lo ha accompagnato in “Hot in Herre“, l’esplosivo duo Busta Rhymes – P Diddy ha performato con lui “Pass the Courvoisier pt. II“. L’acclamatissimo Snoop Dogg ha invece dato vita a “Beautiful“, prima di lasciare il campo agli ultimi brani proposti dal Neptune, ovvero “Get Lucky” dei Daft Punk, “Drop it like it’s hot” e l’immancabile “Happy“, con cui ha fatto ballare tutti i suoi scatenatissimi ospiti, in un momento altissimo.
Non ce ne voglia lo straordinario Pharrell, che stanotte ha conosciuto il culmine di un’annata artistica stratosferica, ma il live del weekend è stato del nuovo Messia di Compton. Una breve ma intensissima apparizione di sei minuti di Kendrick Lamar, a cavallo tra il contest dei tre punti (poi vinto dal nostro Marco Belinelli) e quello di schiacciate. Sul palco ha portato due tracce del suo “Good kid, m.A.A.d city“, ovvero “Maad city” e l’attesissima “Bitch, don’t kill my vibe“: tanto è bastato per dimostrare quanto sia davvero il nome nuovo dell’hip hop mondiale e quanto un suo eventuale disco possa sconvolgere ancora gli equilibri del rap game statunitense, quest’anno. Godiamocelo insieme:
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