Sperimentazione senza animali: al via il nuovo corso teorico-pratico
Si tratta della seconda edizione del Corso teorico – pratico avanzato che si terrà il 22 e 23 ottobre 2015 a Genova presso il DIMES – Sezione Patologica Generale – Laboratorio Analisi e Ricerca di Fisiopatologia, organizzato e finanziato da I-Care Europe onlus grazie alla raccolta fondi dei volontari aderenti al progetto rIcerCare. Il corso, riservato a 18 partecipanti, è focalizzato «su come le nuove tecnologie possano rafforzare l’interpretazione e l’applicazione di metodi in vitro nella ricerca tossicologica». Ogni partecipante, guidato da esperti qualificati, avrà modo di allestire praticamente test di tossicità su modelli 3D di tessuti umani ricostituiti, come richiesto dalle leggi europee, e colture tridimensionali su nuovi supporti dedicati.
La strada della vivisezione e della sperimentazione scientifica, che ogni anno provoca sofferenza a molte migliaia di animali, non è l’unica strada percorribile e l’Università di Genova, insieme al team scientifico guidato dalla dottoressa Anna Maria Bassi, vincitrice del premio internazionale LUSH TRAINING PRIZE, lo dimostra, ospitando per il secondo anno consecutivo il corso sui metodi tecnologicamente avanzati che non fanno uso di animali. «Questi corsi dimostrano che una ricerca etico-scientifica di altissimo livello non solo è possibile ma dovrebbe essere l’unica esistente. L’aspetto rilevante è che i nuovi corsi saranno effettuati anche in collaborazione con istituzioni come gli istituti zooprofilattici, referenti in Italia dei metodi sostitutivi. Insegnare, dunque, ai giovani ricercatori, un’altra cultura, un altro approccio, un altro modo di pensare la scienza, insieme alle istituzioni che devono testimoniare l’esistenza delle alternative, assume un’importanza enorme», ha dichiarato il dottor Massimo Tettamanti, fondatore di I-Care e ideatore del progetto rIcerCare.
I metodi alternativi sostitutivi sono considerati oramai da tanti scienziati più attendibili, predittivi e moderni ma l’Italia rimane sempre una spanna indietro agli altri paesi europei che, invece, investono su tali metodi, sia per mancanza di fondi sia per la scarsa preparazione degli operatori del settore. «È quindi necessario fornire programmi di formazione teorico-pratica, sempre aggiornati, ai futuri ricercatori e a coloro che fanno già attività di ricerca, per incrementare sia l’utilizzo dei metodi alternativi, sia la possibilità di allestire nuovi modelli scientificamente validi, per sostituire quelli sugli animali». L’iscrizione al corso potrà essere effettuata online entro il 9 ottobre 2015 specificando se si posseggono conoscenze delle tecniche base delle colture cellulari. Il programma prevede l’attribuzione di 21 crediti formativi (ECM) per i profili professionali: Medico Chirurgo, Veterinario, Biologo, Chimico, Farmacista e Tecnico di Laboratorio Biomedico. «Le competenze che i partecipanti acquisiranno, potranno avere una ricaduta applicativa sui laboratori che svolgono non solo attività di ricerca ma anche di analisi su tematiche legate ai rischi per la salute umana, animale e per l’ambiente».