Spagna. Un altro rapper in manette: “incitamento al terrorismo”
Mentre in Italia impazzano le discussioni e le polemiche, molto più vicino di quanto si pensi, il rap è tra le pagine della cronaca nazionale. Ecco in Spagna cosa succede:
Dopo Pablo Hasel e Valtonyc un altro rapper catalano finisce in manette per incitamento al terrorismo. Marc Falcò arrestato per aver espresso sui social network opinioni ritenute violente dalla magistratura.
Ieri intorno alle 14 alcuni Mossos d’Esquadra – la polizia autonoma al comando del governo regionale catalano – alcuni dei quali incappucciati e pistola alla mano, hanno ammanettato e arrestato Marc Falcó nel suo domicilio di Lleida, perquisito a fondo per tutto il pomeriggio alla ricerca di fantomatiche prove del reato di cui è accusato il rapper e produttore musicale: incitamento al terrorismo. Al termine della perquisizione durata fino alle sei di ieri pomeriggio e senza che l’avvocato della famiglia potesse assistere, i Mossos hanno sequestrato il suo personal computer, quello di sua madre e vari oggetti personali di suo padre, morto alcuni anni fa, e diversi libri, per lo più testi marxisti.
L’arresto, ordinato dall’Audiencia Nacional – il tribunale antiterrorismo ereditato dal franchismo – è scattato a causa di alcuni commenti postati da Marc Falcò sui propri account di Facebook e Twitter. Mentre Falcò – noto con il nome d’arte di Marc Hijo de Sam e considerato uno dei migliori rapper di tutto lo Stato Spagnolo – veniva trasferito a Madrid per essere interrogato, davanti alla sua abitazione gruppi politici e amici inscenavano un sit in di protesta contro l’ennesimo episodio repressivo.
L’assurda vicenda colpisce il produttore di Pablo Hasel, un altro rapper catalano arrestato esattamente un anno fa con le stesse accuse, “incitamento al terrorismo”, mentre è di agosto la detenzione di un altro artista – il rapper maiorchino Josep Miquel Arenas, noto come “Valtònyc” – denunciato per vilipendio al Re e incitamento alla violenza.
Una vera e propria escalation, quella della magistratura e delle forze di sicurezza spagnole, nei confronti di un ambiente artistico impegnato politicamente che evidentemente l’establishment di Madrid – e quello catalano – considera pericoloso e che quindi viene colpito sistematicamente nonostante l’inconsistenza delle accuse e l’evidente persecuzione di opinioni politiche che configura una violazione sistematica dei diritti civili. Una violazione che non ha finora né interessato né scatenato la reazione dei media internazionali, che su quanto accade in Spagna continua a chiudere non uno ma tutti e due gli occhi…
Fonte: www.contropiano.org