Spagna: dalla cannabis interessanti prospettive nella cura del cancro
Sono sempre maggiori le conoscenze della cannabis in ambito scientifico, come dimostrerebbe l’uso che i medici fanno della sostanza in Paesi come Canada, Spagna, Italia dove il farmaco viene utilizzato, a stretto controllo medico, nella terapia del dolore ed in associazione a questa come rilassante muscolare e antiemetico in quei pazienti oncologici in cura con terapia antiblastica. Ma della sostanza si sa sempre di più, da almeno sette anni, da quando il ricercatore Gareth Pryce ha rivelato che la cannabis aveva un ruolo anche nell’alleviare i sintomi nella sclerosi multipla partendo dalla constatazione che nel nostro organismo vi sono già recettori della sostanza, i recettori cannabinoidi che «II corpo rilascia per proteggersi da alcune malattie, compresa la sclerosi multipla. Oggi sappiamo agire sui recettori in maniera sofisticata: per esempio possiamo produrre antidolorifici capaci di agire sui recettori CB2 (che regolano la sensibilità al dolore) senza agire sui CBl (responsabili dell’effetto psicotropico ricercato da chi vuole drogarsi)».
Ma c’è un inaspettato ruolo della cannabis anche nella cura del cancro; in questo caso l’evidenza sarebbe ancora più interessante da quando si è visto che la sostanza è in grado di indurre al suicidio le cellule cancerose con un processo che in biologia si chiama apoptosi e c’è di più, in questo caso il farmaco lascerebbe intatte le cellule sane, fatto tanto più importante se si pensa che questo è il limite della chemioterapia; Avremo risultati clinici entro cinque anni» dice Guillermo Velasco dell’Università di Madrid.
fonte: tantasalute.it