Spaccio di cannabinoidi sintetici e smart drugs: la Fini-Giovanardi continua a fare danni
Sono passati oltre 9 mesi dalla bocciatura della legge Fini-Giovanardi, ma la confusione sul nuovo quadro legale continua a farsi sentire. Perché se per quanto riguarda le pene previste per detenzione e spaccio di droghe leggere e pesanti il quadro di riferimento è tornato ad essere quello della legge del 1990 (la Iervolino-Vassalli) per altri aspetti si sono creati dei vuoti normativi. E’ il caso ad esempio delle smart drugs e dei cosiddetti cannabinoidi sintetici, inseriti in gran parte nella tabella delle sostanze illegali della legge Fini-Giovanardi tra il 2006 ed il 2013, e poi reinseriti nelle tabelle nel maggio 2014, al momento dell’approvazione del Decreto Lorenzin.
ASSOLTI A TREVISO PER SPACCIO DI MEFEDRONE. Sulla scia di questo quadro confusionario si è inserita la sentenza del giudice Leonardo Bianco della sezione di Treviso, che ha assolto due fratelli di 20 anni che erano finiti in carcere nell’ottobre del 2010 per spaccio di mefedrone (sostanza di sintesi assimilabile alle anfetamine) e di Jwh-018 (un cannabinoide sintetico). Sostanze che erano appunto state inserite nelle tabelle delle sostanze proibite durante il periodo di applicazione della Fini-Giovanardi, poi giudicata incostituzionale. In pratica si è generato questo paradosso: le modifiche alle tabelle apportate negli anni in cui era in viogore la Fini-Giovanardi (dal 2006 al febbraio 2014) sono cadute insieme alla legge al momento della sentenza di incostituzionalità della stessa, ciò ha provocato la conseguenza che le persone arrestate in questi anni per spaccio di sostanze rese illegali in questo arco di tempo in realtà non hanno commesso alcun reato. A nulla è valso il tentativo dell’accusa, che ha cercato di dimostrare attraverso una perizia come le sostanze sequestrate ai due fratelli presentassero “molecole comuni” con altre droghe sintetiche tabellate prima del 2006. Il giudice riconoscendo il fatto che le sostanze per la quali erano stati arrestati non erano più presenti tra le sostanze vietate al momento dell’arresto ha procedutto all’assoluzione dei due fratelli.
IL COMMENTO DELL’AVVOCATO CARLO ALBERTO ZAINA. Attraverso la propria pagina su Facebook l’avvocato Carlo Alberto Zaina ha così commentato la sentenza: “Si tratta di una puntuale e corretta applicazione, da parte di un giudice di merito, di tutte le conseguenze che derivano dalla sentenza della Corte Costituzionale (…) L’incidenza della sentenza provoca, a cascata la ulteriore consequenziale abrogazione delle tabelle allegate a tali disposizioni e dei successivi decreti ministeriali di aggiornamento delle medesime. In pratica nel lasso di tempo che va dal febbraio 2006 – entrata in vigore del DL 272/2005 – al febbraio 2014 – promulgazione della sentenza secondo il disposto dell’art. 136 Cost. – tutti gli inserimenti in tabella di nuove sostanze stupefacenti risultano inefficaci. Questo sconcertante effetto ci offre, se mai vene fosse stata necessità, la dimensione della opinabile superficialità delle scelte che sono sottese alla emanazione della Fini-Giovanardi, ipotesi normativa purtroppo esclusivamente finalizzata alla criminalizzazione del consumo, senza che vi fosse, da parte del legislatore, la necessaria attenzione per una ristrutturazione complessiva della Legge Iervolino-Vassalli. Con conseguenze che sono, quindi, sotto gli occhi di tutti”.