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Sotto attacco i Grow Shop online

Da qualche giorno in Italia sono stati oscurati i siti dei maggiori Grow Shop online

Vietato accesso al web

Da venerdì scorso, alcuni dei più popolari Grow Shop online sono stati oscurati. A questo proposito abbiamo intervistato Filippo Vona, fondatore di Grow Shop Italia, storica attività online del settore, sulla breccia dal 2003.

Ciao Filippo, insomma ci risiamo: un altro attacco al settore cannabico?
Non è proprio come succedeva negli anni passati contro i grow shop: è vero che anche stavolta alcune aziende storiche sono state coinvolte, ma questa volta a quanto sembra è l’Agenzia delle dogane e dei monopoli a contestare supposte violazioni relative ai succedanei del tabacco, come recita l’’art. 102 del Decreto-Legge n. 104, del 14 agosto 2020. Questa operazione però riguarda la vendita online e non attività su strada come era avvenuto in passato.

In altre parole ti hanno chiuso il sito?
Non proprio alla maniera tradizionale, o meglio, non nella maniera giuridicamente corretta. Stupisce infatti la metodologia hacker con cui lo hanno fatto, nel totale disprezzo dell’ordinamento giuridico e dei diritti costituzionali vigenti.

Puoi spiegarci meglio?
Do per scontato che sappiate cosa sono i DNS (acronimo di Domain Name System: il sistema che traduce gli indirizzi IP in nomi di dominio, ndr): in poche parole hanno intimato a tutti i provider italiani (Wind, Tim, Vodafone, ecc.) di volturare/reindirizzare i DNS del nostro sito Grow Shop Italia verso quelli dell’Agenzia delle dogane. In pratica il nostro sito è stato oscurato hackerandolo e non come ci si aspetterebbe normalmente dalle Forze dell’Ordine. Un po’ come usano fare con i siti di film illegali.

È legale in Italia chiudere un sito senza una valida giustificazione?
Come detto, la giustificazione ci sarebbe, in teoria, (violazione norme tabacco) quello che è illegale è il come, se si pensa che non abbiamo ricevuto nessuna notifica, nessun avviso, nessuna pec. I primi 3 giorni sono stati uno shock, visto che non sapevamo neppure di cosa ci accusavano, né con che strumenti poterci difendere. Una modalità da Inquisizione, se si pensa che abbiamo dovuto scoprire da soli con i nostri mezzi qual era la violazione.

Come l’avete scoperto, esattamente?
Grazie alla perentorietà richiesta dal caso, alla competenza dell’Avvocato Lorenzo Simonetti, che ringrazio, ad alcune conoscenze e ad un’approfondita indagine sui competitor colpiti, siamo riusciti a risalire a cosa ci contestano.

Come avete reagito?
Come sempre: combattendo! Io li chiamo “i mei geni”: è grazie al team di sviluppatori di Magenio e il SEO specialist Germano Proietti, che in 48 ore eravamo di nuovo online con un altro indirizzo, tutti i “redirect” del caso e i prodotti “vicini” ai succedanei del tabacco tolti. Un lavorone non da poco, eseguito in tempi record. Chiarisco, per chi non lo sapesse, per gli e-commerce tutti, che fondano il loro volume d’affari sull’indicizzazione ed il ranking di Google, il cambio di URL equivale a ricomiciare tutto da capo, con conseguente crollo delle visite e del fatturato sul sito. Ci vorranno mesi per tornare alle visualizzazioni precedenti.

Quali azioni legali state intraprendendo?
Nessuna! Nel senso che dopo un’attenta riflessione con i soci, abbiamo deciso di non avvalerci degli strumenti del diritto e di giurisprudenza normalmente garantiti, proprio perché questi diritti ad oggi non sembrano più garantiti. Quindi perché utilizzarli? Già in questi 2 anni di decreti Covid abbiamo ampiamente assistito alla sospensione dei diritti costituzionali. Abbiamo aggirato il problema in maniera tecnica, certo come si dice a Roma: “Un vero bagno di sangue”, ma vuoi mettere la soddisfazione? Questa è la nuova strategia per combattere oggi, non più difendersi sul loro campo di gioco: il rifiuto di avallare il loro sistema e la disobbedienza civile ci sembrano la soluzione più adeguata ed efficace in Italia, oggi.

Cosa ti auspichi per il futuro, in modo che non si verifichino più fatti di questo genere?
Augurarsi che fatti di questo genere non si verifichino più, vorrebbe dire illudersi, purtroppo; come ripeto: non ci arrendiamo, ma in futuro ci vorranno altri strumenti per combattere il sistema e la discriminazione, o meglio, la persecuzione attuata sul mondo della cannabis.



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