Le sostanze tossiche con cui tagliano la cannabis
Le mafie tagliano la cannabis con sostanze tossiche per aumentarne peso ed effetti
Articolo aggiornato al 09-08-2022
Ci è voluta un’indagine della televisione svizzera per conoscere le sostanze tossiche contenute nell’erba che ogni giorno sbarca sulle coste della Puglia dall’Albania: lacca, lana di vetro e piombo. Sostanze che vengono aggiunte per aumentare il peso dell’erba e quindi il suo valore sul mercato dello spaccio illegale.
A portare alla luce la tematica delle sostanze tossiche che potrebbero trovarsi nel mercato nero della cannabis un servizio della tv elvetica in lingua italiana, Teleticino, che attraverso anche alcune interviste a consumatori anonimi che testimoniano nausea, dolori e difficoltà respiratorie sopraggiunti dopo aver fumato, parla di erba che viene “coltivata con pesticidi, poi imbevuta in acetato di piombo per aumentarne il peso, coperta di lana di vetro per simulare la cristallizzazione del fiore ed infine spruzzata con la lacca per tenere insieme il tutto”.
IL PROIBIZIONISMO NUOCE ALLA SALUTE
Sostanze tossiche pericolosissime per la salute (il piombo in particolare, secondo la ricerca medica, è in grado di provocare demenza, oltre che tumori) che ogni fumatore rischia di inalare. Anche perché è bene ricordare che proprio dall’Albania giunge la maggior parte dell’erba che viene spacciata in Italia.
A sostegno della tesi espressa da Teleticino non vi sono indagini di laboratorio, ma non ci sarebbe certo da stupirsi se fosse tutto vero. Specie in un momento in cui la repressione della polizia alle coltivazioni di cannabis in Albania ha assunto i contorni di una vera e propria guerra, non è difficile immaginare che i narcotrafficanti abbiano aumentato la concentrazione di sostanze da taglio capaci di aumentare il peso dell’erba per rientrare così dei mancati guadagni dovuti alla confisca di molte coltivazioni.
IN ITALIA NON ESISTONO CONTROLLI
Un’ulteriore prova di come il proibizionismo della cannabis sia nocivo anche per la salute pubblica, vietando l’autocoltivazione di cannabis ed imponendo ai consumatori di rivolgersi al mercato illegale. Ed anche una prova della mancanza di controlli seri in Italia, dove ogni giorno vengono dilapidate risorse pubbliche per reprimere consumatori e piccoli coltivatori di cannabis.
Non vengono invece effettuati controlli sulle possibili sostanze tossiche contenute nella cannabis nel mercato nero né vengono attuati programmi per informare sui rischi reali dell’assunzione di queste tipologie di droghe leggere, che evidentemente, più che sulle inesistenti percentuali di THC al 60% vaneggiate da Giovanardi, si ritrovano nelle sostanze da taglio che le mafie utilizzano per aumentare i guadagni.
CANNABIS AL METADONE PER FIDELIZZARE I CLIENTI
A volte si leggono anche testimonianze sconvolgenti di ragazzi che sono diventati dipendenti dalle droghe – quelle serie come il metadone – a causa del fatto che il loro spacciatore aveva deciso di renderli dipendenti utilizzando uno stratagemma: spruzzando metadone sulle infiorescenze di cannabis per fidelizzare i suoi clienti.
Certo si spera sempre che siano casi estremi isolati, ma senza una seria presa di coscienza che il proibizionismo legato alla pianta può soltanto renderla pericolosa sotto vari profili, oltre a quello dei mancati controlli sulla qualità e su possibili materie tossiche per aumentarne peso ed efficacia drogante, non da ultimo, il solo fatto di spingere minorenni e non ad avere a che fare (e ad ingrassare) con le organizzazioni malavitose.