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Le 5 sostanze nocive con cui viene tagliata la cocaina

Diverse banconote da 500 euro vicino a della cocaina tagliata

Prima di decidere di assumere una sostanza è sempre bene cercare di conoscere i metodi con cui viene tagliata ed impararne i possibili effetti collaterali. Tanto più se si tratta di una droga pericolosa come la cocaina. Questo è il principio base della strategia della “riduzione del danno” e più in generale di ogni comportamento consapevole.

La cocaina è quasi sempre tagliata con altre sostanze. Le sostanze da taglio utilizzate possono essere suddivise in due tipi: quelle non psicoattive, che vengono utilizzate solo per aumentarne il peso (per esempio il lattosio, la cellulosa, ecc.) e quelle psicoattive, utilizzate perché rafforzano o imitano l’effetto della coca ma costano molto meno e quindi aumentano i margini di guadagno dei narcotrafficanti.

In Svizzera esiste un’associazione che si chiama Radix, finanziata anche con fondi pubblici, che si occupa di monitorare costantemente le sostanze presenti sul mercato, il loro grado di purezza, tipologia e rischi delle sostanze da taglio; pubblicando tutte le analisi in rete (sul sito danno.ch) allo scopo di informare cittadini ed operatori sociali. Quelle che seguono sono le sostanze da taglio maggiormente riscontrate nelle analisi chimiche della coca in commercio.

Nel 2020, il contenuto medio di cocaina dei campioni analizzati al DIZ e al controllo mobile della droga era dell’80% di cocaina. Con una diminuzione dello 0,2%, il contenuto medio di cocaina è rimasto praticamente invariato rispetto all’anno precedente. Il contenuto di cocaina nei campioni analizzati variava molto e andava dall’1,6% al 98,2%.

Nello stesso anno il 34,9% (+3,4%) dei campioni di cocaina presentati al DIZ e alle stazioni mobili di controllo delle droghe per l’analisi sono stati tagliati con almeno una sostanza farmacologica. Come negli anni precedenti il levamisolo è stata la sostanza più spesso usata come agente di taglio (nel 29,2% dei campioni). La cocaina è anche tagliata con altre sostanze, come anestetici locali (4,2% dei campioni), caffeina (3,8%) e fenacetina (3%).

LE PRINCIPALI SOSTANZE DA TAGLIO PER LA COCAINA

  1. IL LEVAMISOLO
    Il levamisolo è stato originariamente usato contro la filaria (antelmintico) ed è oggi usato in una vasta gamma di altre applicazioni mediche. Gli effetti collaterali più frequenti sono vomito e diarrea, ma può anche provocare reazioni allergiche (come difficoltà respiratorie, irritazioni cutanee), disturbi del sistema nervoso (svenimento fino alla perdita di conoscenza) o problemi nella formazione del sangue. A livello psichico, sono stati riscontrati blackout, forte affaticamento e difficoltà d’espressione verbale. Un consumo regolare indebolisce il sistema immunitario provocando una maggiore vulnerabilità alle malattie e alle infezioni.Nel 2017, il 32% dei campioni di cocaina analizzati (-15.9%) contenevano in media 11.9% di levamisolo (+0.9%). La concentrazione più elevata di levamisolo è stata del 76.3%.
  2. LA FENACETINA
    La fenacetina è un derivato dell’amminofenolo usato come antidolorifico e per abbassare la febbre. A causa dei suoi effetti cancerogeni e dei danni ai reni se combinato con altri analgesici, questo medicamento non è più in commercio dal 1986. La fenacetina può anche avere effetti stimolanti e provocare euforia, per questo è usata per il taglio della cocaina.Nel 2017, la fenacetina è stata rilevata nel 6% dei campioni di cocaina analizzati (- 3%); i campioni ne contenevano in media 19% (+3.5%). La concentrazione più elevata è stata del 56.9%.
  3. GLI ANESTETICI LOCALI
    Gli anestetici locali sono usati per il taglio della cocaina per il loro effetti inebrianti e anestetici (test sulla lingua, gengive). Nei campioni di cocaina analizzati sono state rilevate lidocaina, benzocaina, procaina e tetracaina. Possono manifestarsi effetti collaterali a livello del sistema nervoso centrale (per esempio, irrequietezza, convulsioni, coma) nonché reazioni allergiche, aritmie cardiache e ipertensione. La cocaina tagliata con gli anestetici locali è particolarmente problematica se iniettata per via intravenosa, perché può causare una paralisi del sistema nervoso centrale, rallentare o bloccare la circolazione sanguigna tra atri e ventricoli nel cuore. Forme gravi di questa patologia, anche nota come AV-block, possono causare un rallentamento del battito cardiaco (bradicardia, bradiaritmia). In casi estremi, può insorgere un arresto completo delle camere che, in caso di mancata somministrazione di farmaci e senza un massaggio cardiaco, possono portare alla morte. Nel 2017 gli anestetici locali sono stati rilevati nel 2.3% dei campioni di cocaina (-1.4%).
  4. LA CAFFEINA
    La caffeina sveglia, accelera il battito cardiaco e aumenta temporaneamente l’efficienza. In dosi elevate, da 300 mg (circa 8 tazze di caffè), produce euforia. La caffeina sottrae fluidi al corpo (disidratazione). A dosi elevate, possono manifestarsi diversi effetti collaterali quali: sudorazione, palpitazioni cardiache, urgenza urinaria, disturbi del ritmo cardiaco, disturbi della percezione, tremori, nervosismo e disturbi del sonno. L’uso regolare e prolungato comporta il rischio di sviluppare una dipendenza con sintomi fisici. Nel 2017, il 5.4% dei campioni di cocaina analizzati (-0.9%) contenevano in media 13.7% di caffeina (+5.0%).
  5. L’IDROSSIZINA
    L’idrossizina è un antistaminico utilizzato anche per il trattamento di ansia, disturbi del sonno e varie malattie della pelle. La combinazione con l’alcol ne aumenta gli effetti ma anche gli effetti collaterali. In caso di aritmie cardiache, malattie del sangue, malattie della prostata, malattie epatiche gravi, disfunzioni renali così come i pazienti trattati con MAO inibitori (Aurorix), dovrebbero rinunciare al consumo d’idrossizina. Gli effetti collaterali del consumo d’idrossizina possono essere nausea, affaticamento, febbre, vertigini, mal di testa, insonnia, movimenti involontari, disorientamento, allucinazioni, aumento della sudorazione, abbassamento della pressione sanguigna e battito cardiaco accelerato. Nel 2017, lo 0.6% dei campioni di cocaina analizzati (-0.3%) contenevano in media 3.3% di idrossizina (-2.1%).


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