Psiconauta

Sostanze a confronto: la mescalina

809184399-Arthur_Heffter_portraitLa mescalina fu isolata alla fine dell’Ottocento dal chimico tedesco Arthur Heffter. La struttura chimica della mescalina è molto diversa dagli allucinogeni indolici, tipo l’””LSD”” o la psilocibina, ne consegue che anche la sua azione farmacodinamica è in qualche modo diversa. Storicamente la mescalina è importantissima, perché ha permesso per la prima volta di produrre e di studiare il fenomeno delle allucinazioni per mezzo di un composto chimico puro. In effetti è stato il primo allucinogeno chimicamente puro ad essere sintetizzato in laboratorio. E’ attiva ad un dosaggio di 200 mg., mentre 600 mg. costituiscono una dose relativamente elevata. E’ un alcaloide molto più tossico dell’”LSD” e della psilocibina, e dosi elevate provocano convulsioni di tipo epilettico.

Solitamente l’intossicazione mescalinica inizia con sintomi sgradevoli: nausea, tremiti e traspirazione. Questi sintomi si attenuano dopo una o due ore, sostituiti da uno stato allucinatorio molto intenso che può durare fino a 12 ore. La mescalina produce una Stampasintomatologia allucinatoria simile a quella degli altri psichedelici maggiori, come l’”LSD” o la psilocibina, ma con fenomeni psichici più intensi e profondi, con una destrutturazione della coscienza più pronunciata.

Fra le sostanze esaminate, sembra quella con una maggiore azione psicotizzante. Questo ovvio non nel senso che rende psicotici, ma più semplicemente che rientra molto spesso in quella che abbiamo definito esperienza psicotico-simile. Il 60% delle persone da me intervistate riferì di essere convinto che qualcuno osservasse i loro pensieri; il 40% addirittura di essere controllato da microfoni nascosti. Comune anche il senso di estraneità: il 40% di questi soggetti riferì di aver avuto “pensieri che risultavano estranei a loro stessi”. Quasi l’80% sentiva il corpo disgregarsi. Per oltre la metà dei soggetti era difficile distinguere tra fantasia e realtà.

Non secondari, pensieri di tipo ipocondriaco e aggressivo: il 20% temette di diventare pazzo, altrettanti sentirono un impulso controllato a fatica di “fare a pezzi tutto quanto intorno a sé”. Oltre il 30% provò, per brevi istanti, l’impulso ad uccidere qualcuno. Il dosaggio in tutti questi casi era stato, presumibilmente, di 600 mg. di mescalina. Queste mie osservazioni sono indirettamente confermate sia dall’esperienza dei primi sperimentatori italiani di mescalina, Enrico Morselli e Gustavo Gamna.

Il primo, direttore dell’Ospedale psichiatrico di Novara, nel 1932 ingerì 750 mg. di mescalina, una dose probabilmente eccessiva. Il suo resoconto è stato ripubblicato nel numero 1 degli ARCHIVI. Con una terminologia presa a prestito dalla psichedelia diremmo che Morselli visse 12 ore in un profondo stato di “paranoia”, con ripetuti impulsi autodistruttivi. Alcune delle allucinazioni più sgradevoli divennero la base per una serie di flashback che tormentarono il soggetto per i due mesi successivi.
Anche Gustavo Gamna, ex direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Collegno (TO), non ebbe impressioni positive dalla sua autoesperienza con 500 mg. caratterizzata da forte depersonalizzazione e sensazioni di ansia che si prolungarono per più giorni. Solo lungo la quarta giornata i fenomeni andarono decrescendo, lasciandolo però in uno stato di spossatezza che durò ancora per alcuni giorni.

Mi si obietterà: ma le straordinarie illuminazioni di Huxley, descritte ne“LE PORTE DELLA PERCEZIONE?” Beh, innanzi tutto Huxley assunse solo 400 mg. di mescalina. E’ molto probabile che la qualità dell’esperienza sia direttamente proporzionale al dosaggio, con la mescalina molto di più che con altre sostanze. Io stesso molti anni fa feci un paio di esperienze con 300 mg di mescalina, e non ne conservo un ricordo sgradevole.

Ma torniamo al nostro schema di quantificazione. L’esperienza cognitiva con la mescalina è fortemente attivata. Quasi l’80% dei soggetti riporta la sensazione di sentirsi sul punto di avere una rivelazione importante, o che dovesse succedere qualcosa d’importante; oppure ancora qualcuno dice di aver potuto comprendere relazioni di fatti diversi tra loro. Non ci è dato sapere se questi “insights” posseggono una qualche attendibilità o se sono soltanto frutto di illusioni interne. Personalmente ritengo comunque che con la mescalina l’attivazione di questa dimensione sia più di carattere delirante, che non inquadrabile in una prospettiva psicoterapeutica o anche solo di crescita personale.

Inutile soffermarsi su quanto la mescalina influenzi l’esperienza estetica. Essa è il prototipo dell’estetica. Vi rimando ancora una volta al saggio di Huxley per capire cosa intendo per “prototipo dell’estetica”. Al pari degli altri allucinogeni maggiori, l’azione della mescalina può condurre ad una profonda esperienza psicodinamica. Il 60% dei soggetti riferisce di sentirsi riportati all’infanzia. Un soggetto in particolare ebbe una fortissima regressione orale, con un bisogno di “succhiare dal biberon” (sono parole sue) e di avere protezione materna. Comuni anche episodi di déjà vu (60%). Forse un po’ meno “percepibili” di quanto è possibile ad esempio con l’ayahuasca, dato l’incredibile potere destrutturante della mescalina.

Gilberto Camilla
Psicoanalista, Presidente della Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza (SISSC) Direttore Scientifico della Rivista Altrove



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