Snoop Dogg & Dam Funk – 7 Days Of Funk (Recensione)
Prima di parlare di questo disco, torniamo un attimo all’anno 2004: è l’anno in cui Snoop Dogg polverizza le classifiche con “Drop It Like It’s Hot”, e la Stones Throw rilascia “Madvillainy” uno dei dischi più amati nell’underground. Se in quell’anno mi avessero detto che le strade di Snoopy e dell’etichetta di Peanut Butter Wolf si sarebbero incrociate onestamente non ci avrei creduto. Eppure, tutto nasce dall’incontro del rapper californiano con il produttore Damon “Dam Funk” Riddick nel 2011. Si narra di uno Snoop impazzito dopo aver ascoltato un beat del musicista, tanto da farci su un freestyle di circa un’ora! E non ci vuole molto a capirne il perché. Snoopzilla (omaggio a Bootsy Collins, che saltuariamente era soprannominato Bootzilla) è da sempre legato a doppio filo con la musica funky, basti pensare ai suoi lavori con la Gap Band o con George Clinton, mentre Dam Funk è un vero e proprio figlio di questa musica, chiaramente influenzato dagli stessi personaggi appena nominati che vengono anche citati nella bella “I’ll Be There 4 U”.
Il disco è di breve durata, appena 34 minuti da sentire tutto d’un fiato, che facilmente porteranno a premere il tasto repeat. I beat sono una ventata d’aria fresca nel piattume attuale delle recenti produzioni, farciti di synth e linee di basso, sui quali Snoop Dogg è nato per rappare. Ammirevole il lavoro del veterano mc che cura sia il cantato che la parte rap, aiutato dal solo leggendario Steve Arrington, e dalla sua famiglia: il Dogg Pound. Kurupt fa da spalla in “Ride”, mentre il DPGC si riunisce in “Systematic”: tipica traccia dei tre, supportata da un poderoso beat di Dam, mentre Snoop, Daz & Kurupt si divertono al microfono come ai vecchi tempi. Bellissime anche le prime tre tracce, con “Let It Go” (brano del quale è impossibile non canticchiare il ritornello) e il singolone “Faden Away”:
Non siamo di fronte ad un capolavoro del P-Funk, o al miglior disco della stellare carriera di Snoop Dogg, ma è la prima volta che il rapper sceglie un unico produttore per un suo progetto dal 1993, quando toccò ad un certo Dr. Dre. La scelta serve sicuramente a costruire un tappeto sonoro coerente per tutto il disco, cosa resa possibile anche dalla sua breve durata e dall’ottimo gusto musicale di Dam Funk. Nel 2013 ci sono ancora molti rapper che cercano di imprimere un’anima funk ai loro dischi, con fortune alterne. Se però a provarci è quel vecchio leone di Snoop Dogg, è difficile restare imparziali. Provare per credere!
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Dario De Lisa