Sisters of Valley, le “suore” californiane che coltivano marijuana
Dal 2015 coltivano marijuana con cui creano prodotti terapeutici, ma a causa di alcune disgrazie e dell’assenza di aiuti governativi adesso le sorelle hanno bisogno di sostegno
In California, nella contea di Merced c’è una comunità di suore molto conosciute che dal 2015 coltivano e vendono prodotti a base di canapa, in particolare ad alto contenuto di CBD, come tè, tinture o il loro famoso balsamo topico multiuso, utili per diverse patologie.
Quello delle Sisters of Valley, o meglio le Sorelle della Valle, non è un vero e proprio movimento religioso ma spirituale come ci racconta Christine Meeusen la fondatrice, conosciuta ormai come suor Kate: «La maggior parte delle religioni riguarda solo le parole e noi ci preoccupiamo delle azioni. Ci preoccupiamo che le persone non calpestino i malati ma invece li aiutino. Come i nostri antenati, realizziamo prodotti di cui le persone hanno bisogno, e in questo modo sosteniamo la comunità e noi stesse. Siamo un esempio vivente, un esperimento sociale, ma sicuramente non un movimento religioso. Riconosciamo che siamo tutti esseri spirituali in cammino fisico insieme a centinaia di migliaia di altre persone sul pianeta terra in questo momento».
Le Sisters of Valley sono nate grazie a sorella Kate che ad un certo punto, dopo aver usato la cannabis per curare i sintomi della menopausa, e aver avuto molti benefici, decide di cambiare vita e si avvicina all’industria della cannabis iniziando a coltivare. La cannabis è il fulcro di questa comunità che crede nel suo grande potere curativo ed è devota alla coltivazione e alla vendita di marijuana ad uso terapeutico sotto forma di prodotti differenti creati dalle sorelle stesse.
Una comunità che è sempre stata in continua crescita fino alla pandemia, che ha danneggiato l’attività, e le successive inondazioni, che hanno causato notevoli danni in tutta la California: «Avevamo più di trentatré sorelle sparse tra Svezia, Brasile, Nuova Zelanda, Nord America e Messico. Poi è arrivata la pandemia, e subito dopo sono arrivati gli alluvioni» – ha spiegato amareggiata suor Kate il drastico calo del numero di aderenti e lavoratrici.
Nonostante i prodotti delle sorelle si trovino in numerose parti del mondo, tramite le “enclavi” – ovvero negozi che seguono la filosofia e il metodo di lavoro delle sorelle, ma che sono autonomi così da avere una produzione e una vendita locale ed essere più sostenibili – gli ultimi avvenimenti sono stati molto pesanti e «non ci siamo ancora ripresi – prosegue suor Kate – da nessuno di questi sconvolgimenti. Odiamo chiedere donazioni, perché non è il punto di ciò che siamo ma ci sono state alcune volte nella nostra storia in cui abbiamo dovuto gridare “aiuto!” e questa è una di quelle, così abbiamo reso possibile effettuare donazioni tramite il nostro sito www.sistersofthevalley.org.».
Oltre agli eventi avversi, lo svantaggio delle sorelle riguarda anche quello dell’essere donne e di non avere grossi capitali a disposizione, e nemmeno aiuti governativi in quanto il settore è visto con molta diffidenza: «Prevalgono le aziende con un grosso portafoglio. Grandi aziende, sponsorizzate da big pharma, che improvvisamente decidono di voler entrare nel business, hanno un netto vantaggio su tutte le altre» racconta la fondatrice. «Questo è ciò a cui dovremmo stare attenti. Il mondo ha molto più bisogno di tante piccole imprese che di un altro grande monopolio aziendale. Dobbiamo tutti stare attenti a questo paradigma e vigilare per contrastarlo attraverso l’attivismo politico. Dobbiamo mantenere il diritto dei piccoli agricoltori a coltivare e dobbiamo lottare per un gioco paritario, perché il denaro detenuto dalle grandi aziende fa davvero pendere tutto a loro favore».
Le sorelle hanno bisogno di aiuto e chiunque può sostenerle visitando il sito web www.sistersofthevalley.org, iscrivendosi alla newsletter, acquistando qualche prodotto e/o facendo una donazione. Insomma anche un piccolo aiuto è gradito e prezioso per la sopravvivenza di questa importante realtà.