Simulazione di guida: a 3 ore dall’assunzione di cannabis nessun errore significativo
Cannabis alla guida: una questione complessa in cui anche la scienza non riesce a dare spiegazioni univoche. Il parametro che fino ad oggi è stato tenuto in considerazione sono i livelli di THC, che, come è noto, possono lasciare tracce anche per molti giorni dopo l’ultima assunzione.
Ad oggi in Italia la problematica è rimandata alle Asl locali e presuppone la valutazione specifica di ciascun soggetto, al fine di poter valutare l’effettiva influenza sulle capacità di guida delle terapie in atto. Relativamente all’assunzione di cannabis a scopo medico, occorre anzitutto tenere presente le disposizioni generali di cui all’allegato III del Decreto Legislativo 59/2011, laddove (Lettera F, “Sostanze psicotrope, stupefacenti e medicinali”) è disciplinato il caso di “consumo abituale di medicinali” (punto F.2.) Il fatto che l’assunzione di cannabis sia correlata ad una motivazione terapeutica, non va confuso con l’uso generico di stupefacenti: vale per la cannabis, come ad esempio per i farmaci derivati dall’oppio.
Quindi in Italia ci sono casi, rari, di persone che sono autorizzate a guidare la macchina anche se usano quotidianamente cannabis per trattare la propria patologia, e altre invece a cui è stata ritirata la patente.
Ma è un problema che si pone anche dove la cannabis è stata legalizzata, con i vari stati che cercano di dare delle regole univoche e certe per tutti.
In Italia da anni vengono contestate pratiche come il test dell’urina e del capello, proprio perché il THC lascia tracce per molti giorni dopo l’assunzione. E se per l’alcol test una determinata percentuale di alcol nel sangue può essere associata ad uno stato di alterazione, sono sempre di più gli studi scientifici che sostengono che con la cannabis non sia possibile fare lo stesso ragionamento.
L’ultimo è uno studio tedesco curato da ricercatori di diversi istituti è che è stato pubblicato sull’International Journal of Legal Medicine. 15 persone che assumono abitualmente cannabis sono state scelte per effettuare dei test su un simulatore di guida, dopo aver fumato un massimo di 3 joint contenenti 300 μg di THC per ogni chilogrammo di peso corporeo. Nei risultati i ricercatori scrivono che gli errori alla guida sono aumentati dopo il consumo, anche se non è stata rilevata alcuna correlazione diretta con le concentrazioni di THC, ma già a 3 ore dall’assunzione, “non è stato rilevato alcun aumento significativo dei guasti alla guida”.
“Sono necessari ulteriori studi incentrati sull’impatto dipendente dal tempo del consumo di cannabis sul traffico stradale”, concludono i ricercatori, lasciando aperta la strada per ulteriori ricerche.