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Silent Bob & Sick Budd: pronti a dare spettacolo!

Il terzo lavoro del rapper e del fido producer punta in alto, direttamente al cielo. Ecco le date per ascoltarlo dal vivo

Silent Bob & Sick Budd - foto credit Bluechips Studio
Silent Bob & Sick Budd – foto credit Bluechips Studio

Silent Bob & Sick Budd, nel panorama italiano urban odierno, sono ormai una coppia di fatto. Il primo, classe 1999, è un artista che arriva dalla provincia pavese. Il secondo è producer e socio della label Bulls Records – uno degli studi di registrazione di riferimento per i rapper gravitanti intorno a Milano – per cui, dopo “Piano B” del 2020 e “Piove ancora” del 2021, esce anche questo “Habitat cielo” terzo capitolo discografico del duo. «Ci siamo messi in studio liberi di esplorare e mettendo insieme tutto quello che ci piaceva al di fuori del rap, partendo da sonorità blues, lo fi e anche indie», dicono i due, così abbiamo intervistato Silent Bob per capire cosa aspettarci da questo album e dalla sua versione dal vivo il 22 giugno al Viper Summer Festival di Firenze, il 30 giugno al Parco della Musica di Padova e il 2 luglio al Flowers Festival di Collegno (TO).

Prima “Piove ancora”, ora “Habitat cielo”: è solo un caso o stai spesso con lo sguardo lassù?
Sicuramente non è un caso; non sono collegati come progetti ma involontariamente mi influenza molto il cielo. Dopo la quarantena ho fatto più caso all’ambiente, alla natura e al cielo che in quel periodo di chiusura mi sono mancati molto. 

Nel nuovo album parli del coraggio di cambiare, di come e dove trovare quel coraggio. Tu come affronti le tue paure?
Dipende dalle paure. Alcune le affronto, da molte altre scappo. L’importante è che ciclicamente ci ritorni e ci lavori. Accantonarle completamente le farebbe venire fuori in futuro in maniera ancora più forte. Appena qualcosa mi spaventa cerco sempre di attaccarla fin da subito, ma non sempre mi riesce. 

E invece come ti regoli con l’ansia?
Nel brano “Mamma ho l’ansia” mi rivolgo all’ansia come se fosse una persona. Sentivo il bisogno di dover dare un volto a questo fastidio devastante. Difficilmente l’ansia se ne andrà via totalmente dalle nostre vite, certamente più ci pensiamo e più diventa forte, impariamo pertanto a conviverci accettandola come una piccola parte di noi.

Qual è il pezzo che ti è costato di più emotivamente?
Penso “Lei è”. Parla di una persona che ha fatto parte della mia vita in maniera forte. Avrei sempre voluto scrivere di lei e mi ci sono voluti anni per sviluppare e capire al meglio quella situazione. Essendo una cosa delicata volevo aspettare che fosse ben chiara dentro di me. E quando è venuta fuori era come già scritta da tempo anche se solo nella mia testa. 

C’è qualcosa di te e della tua musica che finora è stato frainteso?
Uso spesso un linguaggio molto forte e questo, sbagliando, viene scambiato come odio gratuito. Censurarmi ucciderebbe la mia visione di musica.

Puoi dirci tre album che ti hanno formato e perché?
“Mr. Simpatia” di Fabri Fibra mi ha davvero fatto capire come volevo esprimermi su certe tematiche, senza filtri e senza troppi giri. “Institution” di Kodak Black per lo stile e l’attitudine che ha. “17” di XXXtentacion per la forza con cui ti arriva e per le melodie che ti trasmettono sensazioni incredibili anche se spesso molto cupe.

Nel panorama musicale italiano cosa trovi più interessante attualmente?
In Italia sicuramente c’è chi sta provando a uscire dagli schemi e sta provando a fare qualcosa di più “coraggioso” a livello artistico. A me ha da sempre attirato un linguaggio più crudo, più da bar, e quindi più diretto e senza filtri. Penso che con l’avvento nel panorama di molti giovani, provenienti anche da contesti poco agiati o con problemi personali forti, questa cosa del linguaggio più diretta sia diventata un’esigenza ed è bello che stia venendo più fuori anche nel pop, per esempio. 

Cosa ti riserva il futuro?
Sicuramente portare il disco in tour il più possibile e concentrarmi sulle date dal vivo per offrire uno show migliore rispetto al precedente. Voglio che dai live la gente esca con un ricordo davvero indelebile. 

Un sogno che non hai ancora confessato?
Vorrei scrivere un libro un giorno, non che parli di me, ma di una qualche storia che mi invento. La scrittura mi affascina da sempre e vorrei provare a darle altre forme. È un sogno che ho fin da bimbo. Il rap è la mia passione ma l’amore più profondo è per la scrittura.



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