Siete mai entrati in un carcere minorile?
“Barre” è il libro che pensavo di non poter scrivere. Tutti gli accordi di riservatezza che nel tempo ho firmato con le carceri minorili alle quali ho avuto accesso nella veste di insegnate di rap e, più importante ancora, l’impegno a rispettare la privacy dei ragazzi hanno richiesto le opportune soluzioni dal punto di vista giuridico e morale. Adesso che tutti possono leggerlo (e ascoltare il mixtape che ne costituisce un po’ la colonna sonora), i miei sentimenti sono ambivalenti: da un lato, come è ovvio, spero che abbia un grande successo e che arrivi a tutti, dall’altro sono consapevole che alcuni episodi che racconto non saranno graditi a chi comanda e ciò renderà abbastanza difficile il mio ritorno in veste di operatore tra le mura di un penitenziario minorile.
Mi fa piacere condividere queste riflessioni sulle pagine di una testata come Dolce Vita, che promuove spesso il dibattito su come i concetti di legalità e giustizia abbiano un riflesso sulla vita reale delle persone molto più di quanto si possa superficialmente immaginare. E tali questioni diventano ancora più drammaticamente attuali e quotidiane nel momento in cui ci sono dei minorenni rinchiusi dietro le sbarre per dei reati che, molte volte, sono reati di sussistenza.
Non c’è una soluzione facile alla questione della delinquenza minorile, e certamente non tocca a un rapper come me trovarla con la bacchetta magica. Di sicuro penso sia arrivato il momento di avviare una riflessione al livello più alto sulle ragioni della sussistenza stessa del carcere minorile come istituzione. Così come è per alcune norme di legge del passato, che adesso ci sembrano barbare e anacronistiche ma qualche decennio fa erano perfettamente accettabili, penso che tra qualche decennio ci guarderemo indietro e diremo: ma davvero in quegli anni mettevamo dei ragazzini di 15 anni dietro le sbarre?
Ecco, forse è questo il risultato che auguro a BARRE. Non di essere visto come l’edizione 2021 di “Mery Per Sempre” o il libro “Cuore” dei carcerati, perché non è nessuna delle due cose. Vorrei che servisse da spunto a chi non conosce il mondo del sistema detentivo minorile per cominciare a farsi delle domande. E a chi nel sistema minorile ci lavora, per aiutarci a trovare delle risposte.
Kento
Rapper e scrittore. “Barre – Rap, sogni e segreti in un carcere minorile” è pubblicato da minimum fax