…si tira avanti
Io non sopporto quando una persona, alla domanda “come va?”, risponde: “Ma si dai” oppure “Eh cosa vuoi… si tira avanti“. Fossero casi isolati pazienza, non mi darebbe così fastidio, il problema invece è che la maggior parte delle persone risponde proprio così. Pensateci, quand’è stata l’ultima volta che qualcuno vi ha risposto: “Benissimo, va proprio bene!” oppure “Alla grande!” E’ molto probabile che non abbiate mai sentito una simile risposta. E sapete perché? Perché la gente è triste, insoddisfatta, vuota, rassegnata. La gente qui non vive più, ma sopravvive. Tira avanti, appunto, ma è paradossale: è gente che ha tutto, ma non apprezza più niente. Non si rende conto di quanto è privilegiata e fortunata rispetto a chi veramente sopravvive e lotta per arrivare a fine giornata (mi riferisco ai miliardi di esseri umani che vivono nel terzo mondo). La gente qui ha continuamente bisogno di più cose, più soldi, più cibo, più tutto. E più ne ha, più ne vuole.
Si è vero, c’è la crisi, la gente ha mille problemi, ecc ecc… ma ciò di cui sto parlando io non ha nulla a che vedere con queste cose. L’insoddisfazione e l’apatia da me descritte qui sopra non riguardano solo gli ultimi anni: è un meccanismo perverso che va avanti da decenni ormai, che è nato con il consumismo e la globalizzazione, con la perdita di certi valori e il “rincoglionimento” delle masse. Qualcuno penserà che sono esagerato, che tutto questo non è collegabile con la semplice risposta che uno da quando gli si chiede come va: può darsi, ma è una cosa che mi ha sempre dato fastidio, che ho sempre notato e che noto sempre più spesso. Certo, non è facile essere sempre di buon umore, allegri e felici ma non serve esserlo per rispondere “va alla grande!”. Basterebbe che ci impegnassimo un po’ di più per riconoscere la preziosità di ogni singolo giorno. (cit. Dalai Lama)