Shots Reviews XV
Il rap underground è vegeto e vive tuttora in progetti come mixtape, EP, free download. Qui raccogliamo gli otto lavori del periodo, con recensioni tutte d’un sorso. Pronti? Via!
Kill Mauri – Nato Per Vincere
Dopo svariati demo, mixtape, street album e tante collaborazioni, arriva finalmente “Nato per vincere“, l’esordio ufficiale di Kill Mauri, fuori per la Machete Production. Il risultato finale di questo disco sono 10 brani che gravitano tutti intorno a strumentali cupe, rime taglienti ed un flow ruvido e ben scandito. La tracklist scorre fluida, grazie anche alla varietà delle produzioni, spartite tra Salmo che si conferma anche un produttore molto creativo, Denny The Cool, Low Kidd e Dres P, che ha curato la maggior parte dei beats. Per quanto riguarda i featuring, al microfono troviamo due apparizioni azzeccate, ovvero Frah in “Troppo per me” e Gemitaiz in “Succo di papaya”. “Nato per vincere” è il disco che sancisce la buona maturità artistica del rapper sardo: un album che parla di passato, ascesa e successo. Nato per vincere? Forse no, o almeno è ancora presto per dirlo, ma nato per rappare, quello decisamente sì.
Lambdabeat – Giallo
La fattura delle astrazioni di “Giallo” denotano lo stadio acerbo di un frutto, frutto che negli anni Lambdabeat (dal duo Dope’n Sangre) è riuscito a far crescere. Giallo è la fotografia della maturazione del giovane mc: tutte le tracce nascono e si completano in un periodo che va dal 2011 al 2013. Interessanti gli esperimenti sull’interpretazione, l’adozione di un lessico non convenzionale, interludi strumentali a spezzare le atmosfere, quasi le parole facciano da contorno o elemento strategico da inserire in determinati punti. Il versante beat è incerto eppure ricopre gran parte della durata di Giallo, tuttavia non si pone limiti variando da elementi acustici ai più sintetici, la struttura amorfa ne salva le apparenze, instaurando curiosità nei primi ascolti. Tra gli episodi più interessanti una menzione allo storytelling personale “Bagnarsi di Luce”, racconto immaginifico sublimato dal particolarissimo flusso di coscienza. Un’operazione di recupero da raccomandare senza dubbio ai più curiosi.
O’Luwong – Timeless
Ritorna a farsi sentire (e un po’ di mancanza alcuni l’avvertivano) OLuWong con “Timeless”. Il producer partenopeo si affida a 5 featuring, uno per ogni traccia dell’EP, e si conferma tra i più poliedrici sul territorio. La matrice funk è il background ideale in cui atterrare in lande soleggiate, too chill! Si condensa dello spazio per il rap di Aston Rico e Pepp-Oh, quest’ultimo che non manca di inserti cantati, ormai appuntamento fisso nel suo repertorio, ma il meglio lo troviamo in Wandering Soul e Free, piacevolissime uscite dai binari del rap, tanto da ricordare i soundtrack dei primi Namco per PSX. Ottimi gli intrecci tra sample e mix di flute e pad, drum elaborate e mai invasive. Timeless è un EP incline alla variazione lungo tutto il suo breve corso, sound maturo ed eterogeneo. Consigliato.
Nerone – N Mixtape
Poco dopo “Ultimatum” del fido socio Pepito Rella e poco prima di “Come il mare d’inverno” dell’altro compare Remmy, arriva come il classico matrimonio di schiaffi per il quale non hai ricevuto la partecipazione il mixtape di Nerone, capobanda della sempre più potente Microfili Click. “N Mixtape” è anticipato dai brani più potenti del blocco, tra cui “Mayweather” sul megabeat di Dr Dre, “Deep Water” e “Cheddar fuso” sulla hit di Tyga, “Glitta”. Tape free pregno di barre e punchline come alla vecchia, in cui il rapper milanese – ricordiamo detentore di Mtv Spit – sgancia ben trenta (!!!) brani, hostati da Vacca. La breve durata di ogni traccia, mediamente sul minuto e mezzo, rende scorrevole il lavoro, impreziosito da una sagace scelta dei beat editi e da alcune buone soluzioni inedite, tipo quelle di Biggie Paul, ormai assoluta certezza ad alti livelli. Mixtape solidissimo e ideale da finestrino abbassato. Bombetta.
Oyoshe – Waza Best Rap
Producer e rapper, Oyoshe non è più un nome nuovo nella scena underground: è partito da Napoli nemmeno maggiorenne e col suo carico di flow e boom bap sta girando i palchi di tutta Italia, confermando qualità e attitude di assoluto livello. Da qualche settimana è fuori “Waza Best Rap“, che più che un mixtape in senso stretto, è piuttosto un resoconto sul momento del giovane napoletano: tra beat editi (di Ice One e DJ Skizo, tra gli altri) e brani probabilmente scartati da progetti full lenght, viene un po’ a mancare lo spirito rapido e easy del tape, che comunque certifica il talento versatile del giovane partenopeo. A fine aprile sarà fuori un EP di 7 tracce del nostro con i bostoniani Gdot e Born, con la partecipazione di calibri come Reks, Akrobatik e Edo.G. Niente male, eh?
Zatarra – Ad Libitum
Classe 1978, Zatarra è un rapper di origine toscana, oramai adottato dalla Francia – umanamente ed artisticamente, si potrebbe dire. “Ad Libitum” è il titolo del suo quarto lavoro discografico, probabilmente il più intenso, dato che è funto anche da palliativo dopo una terribile scoperta – da cui nasce “Invictus“, un omaggio a chi ha saputo tirarlo su in momenti particolarmente sofferti. Un lavoro che ha radici ben salde nel terreno mai inaridito del classic rap, da cui estrae una metrica semplice e lineare ed un’accortezza maggiore su valori, concetti ed identità ben definiti: quelli dell’Hip Hop come mezzo di aggregazione, nonché a citazioni di spessore e non proprio usuali nel genere. In italiano e anche in francese, ma non per mera esterofilìa, bensì per forte senso di appartenenza anche alla sua casa marsigliese; diverse, infine, le collaborazioni, tra cui spiccano Amir ed Esa, in un disco che non toglie o aggiunge nulla, ma che è intrinsecamente prezioso per il suo autore.
Charlie Dakilo – Così è se vi pare
Senza soluzione di continuità ci troviamo nuovamente in Toscana, stavolta nel capoluogo fiorentino, dove è stato generato “Così è se vi pare“, ovvero il primo lavoro solista di Charlie Dakilo, dopo i progetti con la crew La Frontiera ed un esordio nel mondo Hip Hop datato ormai primi anni 2000. L’intro del progetto esplica un atteggiamento umile alla faccenda, infusa in un disco che non farà grandi numeri e non rincorre mode e stilemi, ma è quanto di più personale potesse produrre il padrone di casa. Sound piuttosto eterogeneo, che talvolta non rifugge episodi non particolarmente riusciti, è il tappeto su cui Charlie racconta quotidianità e società con un’impronta peculiare, affiancandosi a soci e colleghi di provata fiducia, in cui spicca Ganjikillah. Tredici tracce in free download rimettono Firenze sulla mappa.
Doro Gjat – Vai Fradi
Uscito negli ultimi mesi del 2015, il disco in questione ha conosciuto addirittura la ribalta nazionale (e la meraviglia scaturisce dai canali in cui è arrivato, tipo Studio Aperto o La Stampa). Parliamo dell’album solista di Doro Gjat, componente storico dei Carnicats, di certo tra le formazioni più talentuose e riconoscibili della scena nord-est: “Vai Fradi“, locuzione divenuta tormentone, è il titolo del disco che canta, in italiano ma anche in dialetto tocai, la realtà di provincia, la musica ai tempi dei talent con un’attitude posata e lontana dalle ultime dinamiche del rap nostrano – non senza la riconosciuta ironia ed una visione genericamente solare. ReddArmy mette nuovamente la firma ed è garanzia di qualità in un disco che si avvale dell’apporto di compagni di crew e label. Consigliato, as usual.