Shots Reviews XIV – le mini-recensioni dall'underground italiano
Killa Cali non esiste più. La necessità di cambiare dopo 4 mixtape, due album ed un EP ha fatto sì che prevalesse la parte più naturale del rapper nato a Calimera. Ora c’è SEBASTIAN, ma è solo una formalità dato che il suo approccio musicale è rimasto unico e atipico, ma sempre originale: flow calmo e pesato, versi ragionati e predilezione per il cantato. “ECLISSI” è un EP che nasce dalla collaborazione con THE ALMIGHTY SLW (a.k.a. Aleaka) cui sono state affidate tutte le produzioni. Domina su tutto un’atmosfera invernale, ma è un buio eclissato perché proprio lì dietro il nero sappiamo che si cela la luce, tra punti di domanda e salti nel vuoto. Cinque brani costruiti sapientemente e senza paura, con gusto moderno e cattiveria giusta. Da ascoltare assolutamente, visto che è anche disponibile in free-download.
“ASTRONAUTA 2” è allo stesso tempo fermo e dispersivo, affranto e sereno, vago e chiaro. A distanza di quasi 3 anni dal primo episodio, il talentuoso beatmaker siciliano è tornato con un album quasi interamente strumentale molto personale, ma in grado di interpretare lo stato d’animo delle altre persone. BIG JOE ha preso dei sintetizzatori, groove grossi e suoni moderni e li ha fusi, creando una combinazione unica e particolare che spazia dall’angoscia alla malinconia di un amore finito fino ad arrivare all’ottimismo di guardare e andare avanti. “Astronauta 2“, un disco che vi farà viaggiare con la mente come se foste nello spazio.
“DIECIMILA LIRE” è il nuovo Ep di DUTCH NAZARI, uscito per Giada Mesi e supervisionato artisticamente da Dargen D’Amico. Metrica rap quasi poetica, veloce e completa su un sound che abbraccia un flusso elettronico e riflessivo. Stupisce parecchio Dutch Nazari, che formatosi nella scena padovana racconta disinvolto perle umili, da cui traspare un senso di instabilità nei confronti della vita e delle sue stranezze. Pensieri e umori, pennellati quasi cadendo nella Slam Poetry, ma sempre sdrammatizzati da un velo ironico maturo e trasparente. Il tocco di Dargen si sente, ma il talento e l’originalità non mancano di certo. Che bello. Da non perdere.
L’incontro di due mondi lontani e affini. Il primo emisfero ha il nome di LETHAL V – Mc vicentino dall’attitude talentuosa, mentre la seconda metà della mela è meglio nota come Apollo Brown – producer stratosferico di Detroit di cui non si ricorda nel tempo una strumentale scarsa. Prende così vita “BROWN SUGAR” in cui Lethal V slaccia un viaggio puramente introspettivo su di un tappeto musicale composto interamente dal producer di Detroit – cui “Brown Sugar” vuole appunto essere tributo. Dieci tracce (che belli i dischi più corti) che sono “inni per i pessimisti” affogati in un mood malinconico, ma sempre alimentati dalle ottime rime di Lethal V che ama incastri sregolati e ingranare la quinta accelerando spesso e volentieri – su tutte “Bricolage”, “Autunno” e la title track del progetto. Sound d’insieme e flow davvero ben coniugati per un progetto che non deve passare inosservato.
“PACE NELLA CONFUSIONE” è l’ultimo lavoro di BRAIN targato Glory Hole Records, giovane etichetta indipendente specializzata in black music. Un EP composto da 6 tracce che vede alle macchine Kintsugi, Anagogia, Dj West e Yazee. In questo progetto troviamo l’amore per la sua famiglia e per la musica, i rapporti interpersonali e le difficoltà che affronta un qualsiasi uomo comune, descritte in maniera impeccabile come ci ha sempre abituato il rapper dei Fuoco Negli Occhi. senza abbandonare mai la componente tecnica nella stesura dei testi. “Pace nella confusione” non è semplicemente un altro disco da inserire nella discografia di Brain, ma un prodotto in cui l’artista bolognese è riuscito a trasformare il proprio dolore in rabbia e la rabbia in musica, per poi infine, ritrovare la pace.
Archiviata l’esperienza di Mtv Spit, è tempo di concentrarsi sul suo primo disco ufficiale: DEBBIT si avvicina al traguardo a piccoli passi, e uno di questi è l’EP “FUORI CONTROLLO“. Un breve episodio di quattro tracce supervisionate da Piotta e La Grande Onda che certificano nuovamente le buone delivery del giovane romano, in particolare personalità e versatilità. Molto peculiare il suo stile, filtrato da un flow sicuro ed estroverso e quasi sempre fuori dai canoni: il controllo non c’è e si sente, e talvolta la sensazione è straniante. La title track è davvero un bel pezzo, e se il disco si mantiene su questi standard potrà essere davvero una buonissima sorpresa. Con lui in questo EP troviamo Nazo, Anagogia e Manu PHL, tra gli altri.
“Sempre e solo noi dopo tutti questi anni / sopravvissuti a delusioni e inganni“: gli ENMICASA tornano a due anni dall’ultima fatica con “SOPRAVVISSUTI“, probabilmente l’amara risposta alle derive di cui il rap italiano si è reso protagonista da qualche mese a questa parte. Da metà anni ’90 ad oggi con la stessa fotta, Tave e Zed, con una fugace apparizione di Gep, ricordano a tutti di fare la propria cosa così come agli albori: l’approccio è il più classico possibile, boom bap a fare da spina dorsale a flow puliti e piuttosto diretti. Spicca la reunion generale di “La mia cosa“, col vecchio socio Meddaman in un toccante back in the days: “III Sopravvissuti” è un lavoro generalmente solido. Produzioni Oblio nella casa.
Si sono fatti conoscere con uno dei brani più forti del 2014, grazie anche alla preziosa collaborazione di Dj Lugi: tanto è bastato per generare un discreto hype sul progetto dei MED’UZA, un trio di strumentisti abili a sviscerare la black music in ognuna delle sue più nobili declinazioni. “MED’UZA ONE” è il progetto primo di Nico Menci, Michele Manzo e Gaetano Alfonsi: se con “Alla lontana” hanno trovato in Lugi il miglior performer possibile tra i rapper per un brano di assoluta musicalità, nulla da invidiare hanno gli altri interpreti. In particolare, sbalordisce “Silly thing” con Alo, puro godimento nu-soul. Difficile quanto inutile etichettare un sound che non è un monolite impermeabile, ma assorbe centinaia di colori e sfumature: otto brani che racchiudono una forte jazz attitude, ci auguriamo inesauribile.
MUSTEENO è uno degli mc più completi che l’hip hop italiano conosca. Flow metricamente complesso, contenuti di spessore e stile personale; FFIUME è un eccezionale cultore della black music e dall’estrema passione ne deriva il più spiccato classic taste tra i producer italiani. Groove gonfi e infarciti di sapienza, sui quali Mastino incastra tricks e coscienza in un progetto che trasuda Real Hip Hop sin dalle prime battute. Questo “IL CAPITOLO DEI QUATTRO ELEMENTI: FUOCO” è magma rovente sul rap posticcio: se Ffiume impugna anche il microfono negli sleghi di “Tropeatouroperator“, ben apprezzata è anche la combo con Don Diegoh e Ice One in “Fatti due domande“. Avanguardistico flow, futuristico sul dancefloor: si può, anche rispettando e tramandando la tradizione.
“IUS MUSIC” è un lavoro molto intenso, 13 tracce estremamente cariche e ricche di significato, di un artista che ha sempre dimostrato di avere grande sensibilità e spessore. Si tratta di un prodotto coraggioso, nel quale AMIR si apre a tutto tondo dopo 10 anni di rap che lo hanno visto ottenere riconoscimenti e riscontri di un certo livello – nonostante le tentate strumentalizzazioni del suo personaggio. Ius Music è peraltro un disco pieno di bombe, prodotte da pesi massimi dell’hip hop nostrano del calibro di Bassi Maestro, Shocca, Mr Phil, Zonta e Big Joe. Pezzi come “Dipende da te”, “Bambino senza paura”, “Baise la police” (un grande tributo) e “Fiero Meticcio”, su una bomba atomica di Shocca, non sfigurerebbero su nessuno dei dischi carichi di hype che ci vengono propinati. “Ius Music” è carico di spunti di riflessione ed è brutto constatare come se ne sia parlato più per i vergognosi attacchi che Amir ha ricevuto al momento della pubblicazione della titletrack, piuttosto che per la qualità assolutamente non trascurabile dei beat, delle liriche e della cura di tutto questo prodotto che, come già sottolineato, avrebbe meritato e merita molta più eco.