Sheherazade & Blue Satellite
Rieccoci più appassionati che mai con due nuovi report… Questa volta due varietà veramente per appassionati: la Californiana Blue Satellite e l’Olandese Sheherazade. Pressoché sconosciuta in Europa la prima, molto comune invece la seconda. Un bel duello. A voi l’ardua sentenza…
SHEHERAZADE
Prevalentemente indica, ma con quel pizzico di sativa che la trasforma in qualcosa di molto particolare. Sheherazade appare da subito molto robusta già dal germoglio, crescendo dimostra il tuo potenziale afgani-kush con internodi molto stretti ed aderenti al fusto che ne fanno una delle più schiacciate e compatte varietà da noi mai praticate. Anche con qualche settimana di vegetativa in più, il phenotipo originale non supera i 60 cm di lunghezza, ideale per le colture in interiore.
La favola persiana “Mille e una notte” narra della bella principessa Sheherazade, andata in sposa al re Shāhrīyār il quale tradito dalla prima moglie era solito uccidere le seguenti spose dopo la prima notte di matrimonio. Sherazade escogita un trucco per salvarsi: ogni sera racconta al re una storia, rimandando il finale al giorno dopo. Va avanti così per mille e una notte; e alla fine il re, innamoratosi perdutamente, le rende salva la vita. converrete con noi che questo breve aneddoto si associa perfettamente perché con la sua semplicità saprà regalarvi delle fioriture mozzafiato.
Decisamente rapida se si pensa che appena dopo 30 /35 giorni le cime sono già ben strutturate e compatte, essendo una pianta molto piccola la sua fioritura finirà per compattarsi in un unica bratta centrale, con un forte odore prevalentemente muschiato, ma dolciastro. Si ricopre infatti di un denso strato di resina che la rende scintillante. Un forte high molto dinamico si sviluppa a livello cerebrale, ma che da spazio ad una piacevole sensazione di rilassamento neurovegetativo. Particolare il gusto, perché molto dolce e leggermente limonato, senza quel sentore metallico di alcune indiche comuni (tipo white widow). Un’altra Principessa da ospitare sicuramente nelle grow room degli appassionati.
BLUE SATELLITE
Una selezione di “famiglia blue” veramente speciale. La mano di dj Short è molto presente anche in questa creazione di breeder Steve. Anche se un po’ delicata il suo vero potenziale si potrà giudicare solo a fine raccolto. La sua lentezza nelle prime settimane (tipica di original blueberry suo vicino parente,) non deve tenere in allarme i coltivatori, ne altresì l’aspetto delle sue foglie insolite davvero (assurde per alcuni).
Sensibile alle situazioni di poca umidità, quanto alle concimazioni troppo aggressive. Pianta ideale per l’indoor data la notevole compattezza , ma anche la rapidità di fioritura, se si pensa che è un ibrido al 50 % sativa. Discretamente stabili e comunque molto omogenee piante, tra i 50 ed i 60 cm. Anche 5-6 settimane di vegetativa (da seme) sono vivamente suggerite per una giusta maturità alla fioritura, vista la sua flemma nel crescere. State tranquilli perché lo stretching sarà veramente esiguo. Qualche cimatura ben fatta qua e là nella fase di vegetativa può farla rendere al meglio. Lo stupore a fine fioritura ci sbalordisce, nessun “hipe commerciale” se ci spingiamo a dire che blue satellite non somiglia a nessuna altra varietà (almeno qui in Europa) sia per la fragranza sia per l’aspetto, il colore e l’odore. Letteralmente delle pietre dark viola e nere luccicanti vi aspettano se avrete la fortuna di arrivare con qualche grado in meno(13-15) nella fase di fioritura piena.
Anche il suo effetto ed il suo sapore non sono stati facili da comprendere… molto complessi entrambi. Muschio e sottobosco sicuramente, ma con note sensibili di lampone e mirtillo all’olfatto. Nel sapore si perdono leggermente le note fruttate predominanti nell’odore, ma non la persistenza. Anche l’high è dapprima lento nell’espandersi, ma completo, bilanciato e duraturo nelle ore successive. Il raccolto di certo non sarà entusiasmante, ma se credete o meno al detto della botte piccola, questa pianta né è l’esatta riprova…
Nella nostra “breve”esperienza personale stiamo capendo un fatto oggettivo… alcuni breeder in fase di selezione non si lasciano attrarre soltanto dal vigore, dalla potenza, da doti in definitiva oggettivamente evidenti della pianta che si vuole selezionare. Anomalie genetiche o quelli che sembrano inizialmente essere difetti o squilibri, possono celare bizzarri individui con doti eccezionali e sapori fuori dal comune. W la biodiversità…