Shakespeare: trovate tracce di marijuana nella sua pipa
Pare che lo stimolante naturale preferito dal drammaturgo inglese fosse proprio la cannabis
È possibile che la mente del drammaturgo più famoso di sempre sia stata stimolata dalla “pianta creativa” per eccellenza? A quanto pare sì. Shakespeare, da quanto rilevato nelle sue pipe, fumava cannabis.
In epoca elisabettiana infatti, era molto frequente tra gli artisti (e non solo) sostituire il tabacco con piante che stuzzicassero l’estro. Tra cui la marijuana.
Ad evidenziarlo, è stato uno studio guidato dal professore dell’Università di Witwatersrand (Johannesburg, Sud Africa) Francis Thackeray. E pubblicato nel 2015 sul South African Journal of Science.
IL LEGAME TRA SHAKESPEARE E LA MARIJUANA: LO STUDIO
Dopo aver analizzato le ciotole e i fusti delle pipe, rinvenuti nello stesso giardino del “Bardo” (nome con cui è stato soprannominato Shakespeare) e ricevuti in prestito dallo Shakespeare Birthplace Trust di Stratford-upon-Avon, il team di ricercatori ha confermato le abitudini del drammaturgo.
“I risultati hanno rilevato la presenza di cannabis in otto campioni, di nicotina in almeno un campione e di cocaina peruviana in due campioni”, si legge dall’astratto dello studio.
Secondo il professor Thackeray però, “Shakespeare potrebbe essere stato consapevole degli effetti deleteri della cocaina – e avrebbe preferito – la cannabis come stimolante naturale per la mente”.
Lo si può intuire dal sonetto 76, dove il poeta prima scrive di “invenzione in un’erba nota”. Che, secondo gli autori della ricerca, “può essere interpretato nel senso che Shakespeare era disposto a usare la cannabis per la scrittura creativa (‘invenzione’)”.
Sempre nello stesso sonetto invece, “si legge che preferirebbe non essere associato a ‘composti strani’, il che può essere interpretato, almeno potenzialmente, come ‘strane droghe’ (forse cocaina)”, concludono gli studiosi.