Mille sfumature di cannabis
Siamo abituati a pensare che la cannabis sia solamente verde, tuttavia le piante possono svilupparsi con diverse colorazioni, grazie alle antocianine, tra cui rosso, viola e persino nero
Dopo le innumerevoli proprietà della cannabis che abbiamo trattato, vi parleremo delle antocianine o antociani, molecole responsabili dei pigmenti e quindi della colorazione delle piante fitocomplesse tra cui la nostra cannabis.
Esistono innumerevoli genetiche che si trovano sul mercato, tra queste vi sono alcuni strain che appaiono in foto come piante dai variopinti colori, dalle classiche White Widow, alle più esotiche Blueberry e Orange sfogliando i cataloghi delle seedbank sembra possibile, ad oggi, scegliere la cannabis del colore che più ci aggrada.
In verità la colorazione delle piante è data appunto dalle antocianine, esse, seppur presenti in ogni pianta si sviluppano in quantità maggiori solo ed esclusivamente al verificarsi di determinate condizioni climatiche e ambientali. Sta al singolo grower scegliere se tentare di forzare una pianta alla produzione di antocianine in quantità tali da far manifestare questi straordinari pigmenti o delegare la scelta a madre natura.
ANTOCIANI O ANTOCIANINE
Nel mondo vegetale i metaboliti secondari sono quei composti non direttamente necessari alla crescita e allo sviluppo dell’organismo, ma essenziali per la sua difesa e per la facilitazione di alcuni processi biologici, come quelli riproduttivi. I composti fenolici rappresentano uno dei più importanti gruppi di metaboliti secondari del regno vegetale. A questa classe appartengono tutta una serie di sottogruppi tra cui i flavonoidi. E proprio un gruppo di flavonoidi, detti antociani (dal greco anthos = fiore e kyáneos = blu), è responsabile delle sfumature delle piante.
Le antocianine hanno diversi compiti, grazie al loro potere antiossidante proteggono le piante dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette, assorbendo la luce di una determinata lunghezza d’onda. Infatti in caso di esposizione a grandi quantità di radiazioni UV la loro produzione aumenta immediatamente come risposta allo stimolo. Le antocianine formano un gruppo di circa 400 pigmenti idrosolubili che, a seconda dei livelli di pH a cui la pianta è esposta, diventano rossi, viola o blu; sono inodore e moderatamente astringenti.
MULTIFUNZIONALI
Contrariamente alla credenza popolare, il colore non è rappresentativo della qualità e dell’effetto della cannabis. Difatti essi non svolgono alcun ruolo significativo nell’integrazione con i principi psicoattivi, se non come antiossidante, mentre la loro interazione sui recettori endo-cannabinoidi è ancora oggetto di studi. Inoltre, grazie ai loro colori questi pigmenti sono in grado di attirare insetti e animali, provvedendo così un aiuto per la riproduzione delle piante e l’impollinazione in natura, in taluni casi i colori accesi e vividi di una o più piante possono servire da deterrente per le infestazioni di eventuali parassiti.
Le antocianine sono presenti esclusivamente in piante terrestri e non si riscontrano in animali, microorganismi o piante acquatiche. Il motivo è che la biosintesi di queste sostanze richiede materiali originati solamente attraverso la fotosintesi e un’elevata intensità luminosa che non può essere raggiunta sott’acqua. Come possiamo vedere gli antociani o antocianine svolgono diverse funzioni tra le piante e la cannabis non fa eccezioni.
OMEOSTASI E NUOVI STUDI
Un esame degli antociani e della loro affinità per i recettori dei cannabinoidi rivela che gli antociani in generale contribuiscono all’omeostasi (equilibrio di salute) nel corpo attraverso l’uso dei recettori dei cannabinoidi (CB). Uno studio del 2017 spiega che il sistema endocannabinoide svolge “ruoli modulatori chiave durante la plasticità sinaptica e i processi omeostatici nel cervello“ e che i recettori CB1 si trovano principalmente nel sistema nervoso periferico, mentre i recettori CB2 si trovano principalmente nel sistema nervoso centrale; nonostante il fatto che gli antociani abbiano una relazione vincolante con il sistema endocannabinoide, i ricercatori concordano sulla necessità di ulteriori ricerche a lungo termine a riguardo.
Gli studi degli antociani presenti nel cibo hanno trovato una serie di effetti positivi da questi pigmenti; alimenti altamente colorati come mirtilli, cavoli rossi, ribes nero ecc. sono spesso considerati superfoods. Si ritiene che le antocianine forniscano benefici anti-infiammatori e antimicrobici, sembrano essere utili per prevenire gravi malattie come quelle cardiovascolari, diabete e obesità.
LA STABILITÀ DEGLI ANTOCIANI
La stabilità degli antociani dipende dal tipo di pigmento antocianico, copigmenti, luce, temperatura, pH, ioni metallici, enzimi, ossigeno e antiossidanti. In questa sezione, discutiamo della stabilità dell’antocianina e dei suoi cambiamenti di colore in diverse condizioni di pH.
Il colore degli antociani dipende dal pH della soluzione, ciò è dovuto alla struttura molecolare degli antociani di natura ionica. In condizioni acide, alcuni degli antociani appaiono rossi. Gli antociani hanno una tonalità viola a pH neutro mentre il colore cambia in blu in una condizione di pH crescente.
INDURRE LA COLORAZIONE
I ceppi di cannabis come Blue Dream, Purple Haze e molti altri, fanno pensare che le piante una volta cresciute attingano naturalmente a un pool genetico che faccia mostrare il loro caratteristico colore; eppure bisogna indurre la produzione di antocianine in modo che alcuni colori si mostrino visibili su steli e foglie prima, e sui bud dopo. L’attivazione degli antociani di solito richiede un tocco delicato e un po’ di esperienza, soprattutto al fine di evitare accidentalmente di danneggiare la pianta. Per iniziare, è necessario sperimentare la temperatura, che gioca un ruolo primario, per far sì che vi sia un’escursione termica durante la notte, compresa tra 10 e 15 gradi Celsius, più fredda della temperatura del giorno. La clorofilla è la componente dell’impianto vitale per la fotosintesi e le temperature più fredde inibiscono la produzione di clorofilla. Per la cannabis, a seconda dello strain, alcuni colori possono apparire quando avviene uno sbalzo termico e il ciclo di luce si accorcia, simulando un cambiamento di stagione. Va da sè che bisogna tener conto di innumerevoli fattori, differenza tra indoor e outdoor, semi fotoperiodici e autofiorenti, questi ultimi se soggetti a stress elevato potrebbero rispondere male. Anche la stagione e le temperature ambientali giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo delle antocianine; nei mesi più caldi infatti è molto facile passare da temperature di circa 25-30° C a 17-18°C utilizzando pochi accorgimenti in indoor, ciò che in coltivazioni di guerrilla o all’aperto invece accadrebbe nelle fasi finali di fioritura, in linea di massima tra settembre ed ottobre.
Il patrimonio genetico della pianta e l’ambiente di coltivazione sono i due elementi principali che determineranno se le vostre piante di cannabis muteranno colore, questo infatti non è costante e cambia man mano che la pianta matura. Difficilmente le piante di cannabis mostrano picchi di antociani durante la fase vegetativa, questo perché la produzione di nuove foglie e steli induce la pianta a produrre più clorofilla per catturare più luce possibile in vista della fioritura; proprio in questa nuova fase si notano le sfumature caratteristiche degli antociani, in determinate condizioni ambientali infatti, un conseguente aumento della biomassa delle cime, corrisponde alla colorazione degli steli, degli internodi e del contorno fogliare dei palchi superiori della pianta. In natura le piante a predominanza indica situate in climi aridi ma con una forte escursione termica tra la notte e il giorno, tendono a mostrare colorazioni scure sul blu e sul nero, per poter sfruttare più luce possibile e trattenere il calore irradiato dal sole. Di contro, varietà prettamente sative, originarie delle zone sub tropicali in cui le temperature sono alte, tendono a produrre più clorofilla possibile e si colorano di un verde acceso e gli unici antociani prodotti risultano chiari al fine di dissipare il calore a cui sono soggette durante le ore diurne.
MITI DA SFATARE
Molte persone credono che le piante di cannabis cambino colore quando la pianta è stressata, così pensano bene di togliere loro nutrienti e/o aria e luce per costringerla a cambiare colore. Tuttavia, come le persone, le piante hanno bisogno di sostanze nutritive per sopravvivere. Se le vengono tolte la pianta andrà in deficit e l’unico colore che vedrete sarà il giallo paglierino di una pianta scarnita e spoglia.
In conclusione, la cannabis ricca di antociani è bella e piacevole alla vista. Sappiamo che esiste un’azione sinergica tra terpeni, cannabinoidi, flavonoidi e altri composti vegetali del fitocomplesso della cannabis; ma purtroppo la ricerca scientifica a riguardo procede a rilento, seppur il proibizionismo negli ultimi anni abbia perso terreno la pianta di cannabis rimane soggetta a stringenti vincoli che limitano lo studio e sopratutto la ricerca in campo medico. Nonostante il periodo grigio in cui stiamo vivendo, bisogna ricordarsi che dietro ogni tempesta degna di nota, vi è un bellissimo arcobaleno ricco di colori, proprio gli stessi che ritroviamo sulle nostre amate piante.