Setup della growroom: preparazione e allestimento
Alzi la mano chi non ha mai pensato di coltivare una pianta di marijuana. Non importa se a casa del tuo amico che è appena andato a vivere da solo o tra lattuga e pomodori nell’orto del nonno troppo sbadato per farci caso, ma posso affermare che coltivare anche solo una volta cannabis rientra di diritto tra le 100 cose da fare prima di morire.
Purtroppo, come ben sappiamo, in quasi tutto il mondo le leggi sulla coltivazione di cannabis sono piuttosto controverse, se negli Stati Uniti andiamo verso una legalizzazione, sia a scopo medico che ricreativo, in Europa il proibizionismo regna sovrano e coltivare all’aria aperta o sui nostri balconi di casa può rivelarsi molto rischioso, quindi per evitare sguardi indiscreti di vicini impiccioni possiamo ricorrere a una soluzione che permette di crescere la nostre piante dodici mesi all’anno: la coltivazione indoor.
Per portare a termine un ciclo da seme a raccolto non ci vuole un genio, infatti non aggiungeremo niente di più a quello che già è stato scritto sulla coltivazione della cannabis, racconterò solo il punto di vista e le esperienze di tutti quei grower con cui ho potuto interagire nel tempo trascorso sul forum di Enjoint.
SCEGLIERE LA GIUSTA GROWBOX
Come ogni altra pianta, la cannabis ha bisogno delle condizioni adatte per poter crescere fiorire o riprodursi, dovremo quindi assicurarci di donarle un substrato ammendato più o meno ricco, un ricambio d’aria, un buon ricircolo all’interno della stanza di coltivazione e per finire un’illuminazione adeguata alla superfice da illuminare.Nessuna di queste componenti è da trascurare, tutto dovrà essere progettato armonicamente: il sistema di illuminazione dovrà essere supportato da un trattamento dell’aria dimensionato in funzione della corretta gestione dei parametri ambientali.
Per aiutarci nel controllo di questi parametri ambientali, temperatura e umidità relativa, è consigliabile delineare uno spazio di coltivazione, una growbox è la soluzione più pratica. Non tutti sono abili nel fai da te e l’offerta dei negozi specializzati è davvero variegata e per tutte le tasche, materiali e finiture sono da considerarsi fondamentali nella scelta di una growbox, un tessuto spesso e un buon mylar diamantato sono superiori ai teli sottili, trasparenti e poco riflettenti, meglio spendere qualche decina di euro in più e non aver timore di eventuali infiltrazioni che durante il ciclo potrebbero causare stress alle piante.
Le growbox possono essere divise in due categorie:
– Fino 1 mq: fanno parte di questa categoria tutte le growbox medio-piccole, quelle facilmente occultabili e molto pratiche. Perfette per chi inizia perché hanno un volume ridotto e una superficie che permette di usare lampade facilmente gestibili anche dal più neofita dei coltivatori senza andare ad intaccare i parametri ambientali.
– Oltre 1 mq: sono tutte le growbox medio-grandi, per chi ha bisogno di molto spazio ed ha già una certa esperienza, richiedono l’utilizzo di una o più lampade che producono molto calore, aspiratori proporzionalmente dimensionati e un numero di vasi elevato.
Una volta individuato lo spazio per posizionare la nostra nuova growbox dobbiamo cominciare a guardarci in giro per trovare la soluzione migliore per coniugare spesa, resa e discrezione.
Negli ultimi anni mi sono trovato spesso a consigliare cosa acquistare e io stesso ho avuto stravolgimenti di setup improvvisi, piccoli spazi dove riadattare cose accumulate nel tempo e cose nuove da affiancare, infatti cercate sempre di fare acquisti in prospettiva, coltivare indoor non è economico e spesso un migliore acquisto oggi può farti risparmiare domani.
Conseguentemente alla scelta della growbox dovremo pensare a come illuminare la nostra coltivazione.
Sappiamo che difficilmente otterremo più del famoso g/w, rapporto fra resa in grammi e watt consumati, quindi scegliere la lampada in base a questo parametro può far sì che la quantità di raccolto possa essere prevista all’inizio del ciclo.
Per il momento non ci interessa il tipo di illuminazione, quello lo approfondiremo in seguito, per ora ci limiteremo alla quantità di watt sufficienti a ben illuminare la superficie del nostro box, infatti le maggiori aziende che vendono growbox hanno delle misure standard che potremo ritrovare in diversi cataloghi e sono misure tipo 60x60x150, 120x60x180, 120x240x240 e cosi via fino a dimensioni che sfiorano i 20mq.
Di seguito analizzeremo tre tipologie differenti, quelle che vanno per la maggiore tra i nuovi grower, da una piccola 60×60 fino alla più comoda e spaziosa 100×100.
60x60x150
Questo è un modello entry level, è discreto per via delle dimensioni ridotte, facilmente mimetizzabile e non incide molto sull’economia domestica, si può illuminare con ogni tipo di illuminazione a wattaggi contenuti, non necessita di aspiratori molto potenti e produce poco rumore. Insomma, un perfetto compagno di stanza.
Lampade consigliate: fino a 250w.
80x80x160
Differisce poco dal fratello più piccolo, le dimensioni maggiori lo rendono di fatto meno sthealt, ma più pratico in termini di spazio, un volume maggiore permette di osare un po’ di più in termini di illuminazione. Se abbinato all’aspiratore giusto si possono usare anche wattaggi superiori.
Lampade consigliate: fino a 400w.
100x100x180
A differenza dei due formati precedenti l’area coltivabile e il volume aumentano e permettono di valutare l’utilizzo di fonti luminose potenti come la HPS da 600w, se le temperature lo consentiranno, e ci aspetteremo raccolti pesanti. Quasi da PRO.
Lampade consigliate: fino a 600w.
in collaborazione con Enjoint.com