Setup della growroom: trattamento dell’aria
Non sono rari, soprattutto nelle coltivazioni dei neofiti, problemi legati alla traspirazione o temperature elevate che possono creare danni a volte irreparabili o che comunque metteranno a rischio la buona riuscita del vostro ciclo. Estrattori e ventilatori vi aiuteranno a gestire al meglio i valori ambientali, ma la domanda da un milione di dollari è: quali scegliere?
Innanzitutto dobbiamo apprendere un concetto fondamentale della coltivazione indoor: il ricambio d’aria. Avremo bisogno di circa 70 ricambi d’aria ogni ora, quindi dovremo calcolare il volume della nostra growbox e moltiplicare il risultato per 70: supponendo ad esempio di avere una growbox 100x100x200 dovremo calcolare V(2m3)x 70=140 m3. Trovata la portata adatta alla nostra growbox potremo metterci alla ricerca dell’estrattore perfetto. La proposta è abbastanza variegata, troviamo tre tipi di estrattori (assiale, elicoidale e centrifugo) a tre fasce di prezzo differenti.
Le differenze tra queste tre tipologie di estrattori sono meccaniche, ognuno di essi tratta l’aria in maniera differente. Per gli usi domestici sono sufficienti anche i modelli più economici, gli assiali possono andare bene senza l’aggiunta di filtro ai carboni attivi, la poca potenza abbinata al filtro creerebbe una sorta di tappo che potrebbe compromettere le funzionalità dell’estrattore fino a bruciare il motore all’interno. Quindi se il filtro anti odore risultasse indispensabile è preferibile dirottare l’acquisto su un estrattore elicoidale che permetterà di gestire bene sia i parametri ambientali e gli odori della fioritura avanzata.
In caso di percorsi molto lunghi per portare l’aria all’esterno della coltivazione gli esempi precedenti possono creare qualche problema di portata: è preferibile non avere più di 5 metri di condotta per utilizzarli al meglio; quindi se la distanza tra la growbox e l’uscita della condotta supera i 5 metri la scelta dovrebbe ricadere su un estrattore centrifugo, che, avendo la caratteristica di muovere bassi volumi d’aria ad alta pressione, garantirà un ottimo ricircolo all’interno dell’ambiente dedicato alla coltivazione.
GESTIONE DEGLI ODORI
Il trattamento d’aria non è fondamentale solo per la gestione dei parametri ambientali ma anche per la nostra sicurezza. Non è raro, infatti, leggere sul giornale notizie di coltivatori avventati che sono stati scoperti a causa di odori non gestiti a dovere, ma non vi preoccupate di questo problema che è risolvibile al 100% con un piccolo investimento e dieci minuti del vostro tempo. Il filtro ai carboni attivi è senza dubbio la scelta più sensata che si possa fare, si tratta di un cilindro da applicare all’interno della growbox proprio da dove parte la condotta dell’estrazione. I carboni attivi al suo interno filtreranno ogni tipo di odore compromettente ripulendo l’aria estratta e facendovi dormire tranquillamente.
È importante scegliere il filtro ai carboni attivi in base al vostro estrattore: per un discorso di efficienza è bene abbinare un filtro del doppio della portata dell’estrattore, altrimenti se preso della stessa portata o inferiore avremo la strozzatura che non farà lavorare bene l’estrattore e non creeremo quella sottopressione che sigillerà la growbox facendo si che fuoriescano odori compromettenti.
Alternativamente ai filtri ai carboni attivi si può utilizzare un generatore di ozono. L’ozono viene usato per sterilizzare gli ambienti, per prevenire muffe e combattere alcuni tipi di parassiti, ma da qualche anno viene usato anche per la gestione degli odori, anche se sarebbe certamente meglio avere meno contatto possibile con questa molecola che se assunta in grandi quantità può risultare dannosa sia per le piante che per gli uomini.
Di ozonizzatori se ne trovano molti in commercio e per la gestione degli odori è preferibile sceglierne uno da condotta, in modo che sia esterno alla coltivazione e senza danni per le piante. Un’altra soluzione che vedo molto di moda nei growshop sono i vari gel abbatti odore, possono risultare validi se infastiditi dall’odore di piante fresche per casa, ma questo è un metodo che non è assolutamente comparabile con i primi due: se carboni attivi e ozono risolvono il problema, un deodorante per ambienti al massimo maschera un odore che un naso sufficientemente abile non avrà problemi a riconoscere; la stessa differenza che c’è tra il una doccia e una bottiglia di profumo.
GESTIONE DELL’UMIDITÀ
Sia in crescita e soprattutto in fioritura dovrete avere una particolare attenzione per l’umidità relativa all’interno della vostra growbox.
Sono centinaia i grower novelli che ogni inizio di stagione affollano il forum di Enjoint alla ricerca di metodi e consigli per gestire correttamente questo parametro. L’accumulo di acqua all’interno dei vasi e il calore generato dalla lampada fa si che l’umidità della coltivazione non abbia un valore costante: percentuali bassissime a luci accese e altissime a luci spente non fanno bene alla traspirazione della pianta. È consigliabile tenere un range di 65-75% nella fase di crescita e non oltre il 50% in fioritura, soprattutto se in presenza di cime molto compatte e dure che favorirebbero la formazione di muffe come la botrite.
Umidificatore ad ultrasuoni e deumidificatore si riveleranno fedeli alleati nella gestione di questo parametro molto importante. Soprattutto l’umidificatore risulterà indispensabile a lungo andare, visto che i metodi casalinghi come bacinelle piene d’acqua, stracci bagnati e pareti nebulizzate non vi garantiranno mai quella stabilità di cui abbiamo bisogno.
Il deumidificatore, al contrario, eliminerà l’acqua in eccesso presente nell’aria e abbasserà nettamente il rischio muffe, le uniche vere e proprie controindicazioni del deumidificatore sono i consumi elevati e l’abbondanza di calore prodotto che, soprattutto in fioritura, è doveroso tenere sotto controllo.
A cura di Gam – Enjoint Staff