Settembre
Settembre è il mese in cui, in esterni nell’emisfero Nord, la quasi totalità delle piante di cannabis inizia la fioritura. Scrivo la quasi totalità perché le piante adattate ai climi temperati in genere iniziano la fioritura in agosto, e le piante autofiorenti (incrociate con la “ruderalis” e selezionate per il carattere di fioritura indipendente dal fotoperiodo) possono iniziare la fase di produzione di fiori e semi in qualunque periodo dell’anno. Invece la stragrande maggioranza delle varietà in commercio sono provenienti da semi ricavati da coltivazioni in interni, dove si fa iniziare la fioritura con un brusco cambio nel fotoperiodo da 6 a 12 ore di buio (è il tempo di oscu- rità, e non quello di luce, che determina la fioritura della canapa). Questo fa sì che le piante nate da questi semi “ricordino” l’inizio della fioritura a 12 ore, e fino a che la durata della notte non si avvicina a questo numero di ore, continuano la fase di crescita. Se incrociate fra
loro e i semi così ricavati verranno ripiantati nello stesso ambiente, si “ricorderanno” della stagione precedente, e cominceranno la fioritura in tempo per maturare i semi prima dell’inizio dell’inverno. Possiamo dire, per l’Italia, che piante nate da semi adattati al clima (in 3 generazioni in esterni in genere si ha un buon adattamento al fotoperiodo ed all’andamento stagionale) inizieranno la fioritura fra agosto al Nord e settembre al Sud, per finire fra ottobre e dicembre.
Da queste considerazioni si comprende l’importanza di una scelta di varietà che già possano avere tempi di fioritura adatti al clima dove ci troviamo: al Nord saranno meglio adattabili varietà di “indica”, o ibridi fra indiche e sative con tempi di fioritura piuttosto brevi; al Sud potremo utilizzare quasi tutte le varietà, solo quelle equatoriali e subtropicali faranno fatica a maturare completamente, ma si avrà comunque una maturazione accettabile. Per tutti: lasciate maturare le vostre piante, non abbiate fretta di raccogliere e sicuramente ne guadagnerete in quantità ed in qualità. Se non è necessario far sparire le piante, e non è previsto un periodo di maltempo prolungato, se non ci sono muffe o attacchi di parassiti, il mio consiglio è quello di aver pazienza. Quando penserete che le piante siano pronte da raccogliere, aspettate ancora una quindicina di giorni.
Se vogliamo ricavare “sinsemilla” dovremo preoccuparci di eliminare tutte le piante maschio nelle vicinanze delle nostre femmine. E dovremo fare questa operazione alle prime avvisaglie di formazione di fiori maschili, prima che si aprano e vadano ad impollinare le femmine vicine. In genere i maschi iniziano la fioritura 7-10 giorni prima delle femmine della stessa varietà, e prima che queste siano pronte ad essere impollinate e a formare un considerevole numero di semi passano altri 10-15 giorni. Se non ci sono varietà diverse, con tempi di maturazione diversi, abbiamo tutto il tempo di riconoscere, isolare od eliminare i maschi presenti. Ricordatevi comunque che il polline della cannabis può volare per chilometri. Sconsiglio in ogni caso le piante “femminizzate” per le coltivazioni in esterni: i semi “femminizzati” sono frutto di un incrocio di due piante femmine, coltivate in condizioni di rigoroso controllo climatico. Il loro patrimonio genetico è, proprio per la forzatura dell’incrocio, fortemente indebolito. Le condizioni ambientali diverse e sicuramente non sempre ideali, la presenza di parassiti, gli stress che la pianta in esterni è costretta a subire (soprattutto per colpa del proibizionismo), richiedono piante geneticamente forti, adattabili facilmente ed in grado di difendersi dagli attacchi esterni. Più ci allontaniamo da una selezione naturale, che sarà diversa per ambienti diversi, più le piante saranno deboli e bisognose di cure per crescere al meglio. In più, spesso le talee ricavate da piante “femminizzate “ producono piantine stentate, quasi “bonsai”, con rese ridicole rispetto ad una talea ricavata da una vera femmina vigorosa, nata da un seme frutto di un vero maschio ed una vera femmina.
Non fate mancare l’acqua alle vostre piante in fioritura: è preferibile un’umidità dell’aria bassa (ideale intorno al 40%), ma le radici devono continuare a poter assorbire acqua fino alla fine della vita della pianta. Le piante in fioritura necessitano di quantità considerevoli di fosforo e potassio (non troppo potassio: è un nutrimento “di lusso” per le piante, e la sua presenza eccessiva può far produrre alla pianta meno resina): oltre ai vari concimi specifici, più o meno “bio”, l’utilizzo di guano di pipistrello (mischiato alla terra o nell’acqua di irrigazione) garantisce una nutrizione ottimale per la maturazione. Attenti ai parassiti e ai nemici della canapa. L’uomo proibizionista è il più pericoloso.