Serpelloni non è più a capo del Dipartimento per le Politiche Antidroga
Giovanni Serpelloni ha lasciato l’incarico al Dipartimento per le Politiche Antidroga (DPA) che gli era stato affidato da Carlo Giovanardi. Dopo la dichiarazione dell’incostituzionalità della Fini-Giovanardi comincia a cadere il castello di carte tenuto in piedi a fatica da chi, nonostante i ripetuti appelli della Global Commision on Drugs dell’Onu per incoraggiare esperimenti di depenalizzazione e regolamentazione della cannabis e il cambiamento che sta scuotendo tutto il mondo, era evidentemente interessato a mantenere la situazione così com’è.
Serpelloni tornerà probabilmente all’Asl di appartenenza, quella di Verona, visto che durante il Consiglio dei Ministri del 8 aprile, il premier Matteo Renzi non ha conferito le deleghe per le funzioni relative alle Politiche Antidroga, riservandole dunque, per il momento, a se stesso.
In una delle sue ultime interviste aveva dichiarato che “L’aumento nel consumo di cannabis è chiaramente collegato a un futuro aumento del consumo di eroina, perché chi semina cannabis raccoglie eroina”. Oggi, in un momento in cui a livello scientifico sono sempre di più le prove che la cannabis possa funzionare come farmaco d’uscita per la cura di varie dipendenze, in netta contrapposizione al concetto che la cannabis sia il primo passo verso l’utilizzo di sostanze più pesanti, è una frase inaccettabile.
Speriamo che la persona che gli succederà possa essere in grado di “incoraggiare i governi a sperimentare modelli di regolamentazione della droga per minare il potere del crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei loro cittadini”, proprio come consiglia da tempo la commissione Onu. Quella del proibizionismo ad ogni costo è una posizione insostenibile visto che ha portato solo all’aumento del consumo di tutte le droghe e del loro costo, portando soldi alle organizzazioni criminali e spendendo soldi pubblici per operazioni di contrasto al fenomeno che non riescono a dare i risultati sperati. Se ne sono accorti in America, in Uruguay, in Europa e in molte altre parti del mondo. Speriamo che qualcuno se ne accorga anche in Italia.