Sequestrate 19 piante di cannabis alla politica radicale Rita Bernardini

La piantagione non era un segreto per nessuno, anzi l’ex parlamentare dei Radicali si era già autodenunciata al Procuratore Capo di Roma Giuseppe Pignatone e attraverso la propria pagina Facebook pubblicava regolarmente fotografie della propria coltivazione di cannabis a scopo di “disobbedienza civile”. Rita Bernardini è infatti una storica attivista antiproibizionista che ogni anno coltiva marijuana che poi regala ai malati dell’associazione La PiantiAmo.
I Carabinieri le hanno sequestrato le 19 piante di cannabis coltivate nel balcone del suo appartamento romano ieri. A chiamare i militari è stata la stessa Bernardini, che è stata vittima di un furto in appartamento. I carabinieri, giunti per raccogliere la denuncia, hanno quindi rinvenuto la coltivazione che hanno sequestrato.
Ancora una volta Rita Bernardini avrebbe chiesto di essere arrestata, come succede ogni anno a migliaia di persone, per coltivazione di cannabis. Ma questo non è avvenuto. I carabinieri si sono limitati al sequestro della cannabis senza procedere all’arresto.
Rita Bernardini non è nuova a queste azioni di disobbedienza civile, lo scorso anno consegnò ai malati di La PiantiAmo 142 grammi di cannabis coltivate nel proprio balcone e poi andò a consegnare il filmato della consegna alla procura della Repubblica, autodenunciandosi per spaccio, ma nessun Pm si incaricò di aprire un fascicolo contro di lei.
Mentre ad inizio 2016 cercò di farsi processare dopo aver comunicato di avere 56 piante di marijuana sul terrazzo, ma lo stesso Pubblico Ministero ne richiese l’archiviazione. «Evidentemente ancora una volta, è prevalsa la volontà di far passare tutto sotto silenzio senza provocare un caso politico, che solleverebbe la questione dell’assurdità della legge italiana, che da una parte classifica come legale comprare cannabis dalla malavita ma condanna chiunque si coltiva da solo la cannabis per non finanziare le mafie», aveva dichiarato.
Rita Bernardini ha già affermato l’intenzione di procedere al più presto con una nuova azione analoga, allo scopo di sollevare ancora una volta il dibattito per affermare il diritto dei malati di coltivare ed ottenere cannabis a scopo terapeutico.