Sempre meno plastica in Europa: good news dalla Commissione europea
Le recenti notizie sui danni prodotti dalla plastica non potevano che lasciare il segno in un sistema che deve sempre più aprire gli occhi di fronte ai danni che abbiamo prodotto. Sarà per questo motivo o, in generale, per la sempre più evidente ricerca di un mondo sostenibile che dalla Commissione europea arrivano buone news.
Nel mese di maggio è stata infatti varata una proposta per limitare e diminuire l’utilizzo dei prodotti in plastica monouso.
Cotton fioc, posate e piatti di plastica, cannucce, contenitori e coppette per alimenti hanno vita breve. Tutti questi prodotti e altri ancora dovranno essere fabbricati esclusivamente con risorse e materiali sostenibili.
Altri dovranno subire alcuni accorgimenti come le bottiglie di plastica che, ad esempio, dovranno essere prodotte con tappi che rimangono attaccati al contenitore una volta aperti.
Per quanto riguarda gli attrezzi da pesca e le reti, responsabili di circa il 30% dell’inquinamento marino, non sono state proposte direttrici ben precise. Un piccolo gap visto che non solo i mari ma anche le spiagge sono colme di oggetti provenienti proprio da questo settore. In ogni caso, nonostante non siano state fatte proposte per diminuire la quantità di reti disperse in mare, i produttori delle stesse sono chiamati a coprire sia i costi di raccolta che quelli di trasporto delle vecchie reti ricevute negli impianti portuali.
Il tentativo della proposta non è solo quello di regolare in modo nuovo queste produzioni ma di sviluppare nei cittadini sempre più consapevolezza e senso critico in relazione agli impatti ambientali prodotti dalle materie plastiche.
Il bando dovrà essere confermato dall’Europarlamento ed approvato dai governi circa entro un anno.
Non è ancora una partita vinta ma sembrerebbe proprio che per l’Europa l’orientamento sia sempre più sostenibile. Secondo Bruxells la direttiva eviterà l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica evitando danni da decine di miliardi di euro. Greenpeace, wwf e altre organizzazioni sono chiaramente molto contente e, nonostante i buoni presagi, spingono ancor di più verso ambizioni maggiori.