Sei un farmacista e parli di cannabis? Rischi di commettere un reato
«Parlare di Cannabis Terapeutica può rappresentare un reato. Dopo aver partecipato a diversi convegni atti a divulgare nelle opportune sedi l’informazione scientifica relativa alla cannabis intesa come terapia e dopo aver scritto articoli pubblicati su riviste scientifiche, ci troviamo a dover oscurare sul nostro sito qualsiasi capitolo relativo alle preparazioni a base di cannabis, sia scritto da noi sia scritto da altri».
È il messaggio con cui la farmacia San Carlo gestita dal dottor Mantovani in provincia di Ferrara ha comunicato ai pazienti che a tutte le farmacie italiane che dispensano cannabis è stato inviato un richiamo ufficiale.
«Non verrà pubblicato più nulla finché, e ci speriamo a breve, la situazione non troverà una soluzione e si cambierà una legge del 1990, anno in cui la cannabis non era ancora diventata legale da un punto di vista medico».
Il riferimento è alla legge sugli stupefacenti, la 309 del 1990, che vieta di fare pubblicità, anche indiretta, alle sostanze stupefacenti. Un problema di cui ci eravamo già occupati tempo fa, quando il ministero della Salute comminò multe da oltre 8mila euro alle farmacie che, anche inconsapevolmente, erano tra gli elenchi di motori di ricerca che mostravano la loro disponibilità di cannabis, un modo per aiutare i pazienti ad approvvigionarsi del proprio farmaco. La cosa che aveva lasciato basiti diversi esperti e professionisti del settore, è il fatto che, ad esempio, ci siano da anni centinaia di farmacie che sono presenti in motori di ricerca del tutto simili, nei quali vengono indicate le scorte ad esempio di morfina e oppiacei, sostanze stupefacenti molto più pericolose della cannabis, senza che nessuna multa sia mai stata comminata.