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Secondo i giornali italiani questa donna ha fumato uno spinello e poi è morta

Stephanie Brown, la donna deceduta a causa dell'Insane Joker
Stephanie Brown, la donna deceduta a causa dell’Insane Joker

“Fuma pochi tiri di droga legale e muore”, la notizia sui principali quotidiani inglesi è uscita titolata più o meno in questo modo, spesso facendo anche riferimento nel titolo stesso al tipo di sostanza sintetica utilizzata: la cosiddetta Insane Joker, uno dei tanti tipi di droghe chimiche chiamate inappropriatamente “cannabis sintetica”.

Peccato che sulla gran parte dei media italiani che hanno riportato la notizia, il tenore del titolo sia diventato ben diverso, evidentemente per la solita caccia ai click: “Fuma uno spinello e muore“, “Prova un cannabinoide e muore“, eccetera. Ovviamente il lettore che si ferma al titolo senza leggere il contenuto (ovvero la gran parte) sarà oggi convinto che qualcuno è morto per aver dato un tiro a una canna.

La notizia in questione, invece, parla di una donna inglese, di 28 anni, che sarebbe deceduta dopo aver dato appena pochi tiri all’Insane Joker, uno dei tanti nuovi “cannabinoidi” sintetici che si stanno diffondendo in Europa.

Sostanze che in realtà non hanno nulla a che fare con la cannabis. La miscela dell’ Insane Joker (così come della Spice o della K2, altri omologhi diffusi in Europa) è formata da una serie di composti chimici non ancora totalmente individuati (in tutto sarebbero almeno 180 le diverse molecole chimiche che utilizzate in questi tipi di sostanze). Le quali agiscono sugli stessi recettori neuronali del THC, ma sono strutturalmente diverse dal delta-9-tetraidrocannabinolo. Ne simulano gli effetti, ma con risultati differenti e maggiori e con effetti collaterali talvolta molto gravi e potenzialmente mortali.

Negli ultimi due anni sarebbero almeno 12 i casi di decessi dovuti all’assunzione di questo tipo di sostanze, spesso disponibili in modo legale. La stessa donna inglese, a quanto riferito dal Mirror, avrebbe acquistato l’Insane Joker in un negozio che lo vendeva legalmente.

Si tratta evidentemente di sostanze diffuse soprattutto per due motivi: essere più semplicemente reperibili della cannabis e non comportare rischi legali. I media dovrebbe innanzitutto mettere in luce come sarebbe più opportuno legalizzare la cannabis per evitare il consumo di queste sostanze potenzialmente letali.



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