Sea Shepherd: i difensori dell’oceano
In un mondo ideale le balene, dall’alto della loro maestosità e dal basso del profondo degli abissi, non avrebbero niente da temere. E invece abbiamo trasformato il nostro pianeta in un posto in cui per provare a proteggerle dall’estinzione è nata la Sea Shepherd, guidata dal capitano Paul Watson, che è arrivata ad affondare 9 baleniere dalla fine degli anni ’70 ad oggi. Senza pause, perché anche nei giorni di Natale le navi della flotta della Sea Shepherd sono state allargo dell’Australia per proteggere gli animali dai bracconieri giapponesi. «Gli equipaggi della Ocean Warrior e della MV Steve Irwin hanno combattuto con nebbia e ghiaccio per proteggere le balene nel santuario australiano delle balene», ha detto il Capitano della Ocean Warrior, Adam Meyerson.
Ma non solo, perché ad animare l’associazione sono l’amore per la natura ed il tentativo di convogliare le spinte che arrivano da più parti e che puntano alla sostenibilità ambientale in tutte le sue accezioni. Salvaguardare la biodiversità degli ecosistemi, che si basano su fragili equilibri, è infatti l’obiettivo principale della Sea Shepherd che lavora per assicurare la loro sopravvivenza per le future generazioni. È fondamentale un drastico cambio di rotta ed un’attenta salvaguardia delle acque perché, come ricorda spesso il capitano Paul, «se muoiono gli oceani, moriremo anche noi».
Come e quando è nata la tua passione per gli animali e la natura?
All’età di 10 anni vivevo nel Canada orientale e sono diventato amico di una famiglia di castori. Dei cacciatori di pellicce li hanno uccisi e questo mi fece arrabbiare molto e mi motivò ad iniziare a camminare, in inverno, lungo la linea delle trappole per liberare gli animali intrappolati e distruggerle. Oggi è passato mezzo secolo ma sto praticamente facendo la stessa cosa.
Nel 1969, quando nacque la Fondazione Greenpeace ero il più giovane tra i fondatori, avevo solo 18 anni.
Perché nel 1977 hai scelto di abbandonare Greenpeace per fondare la Sea Shepherd Conservation Society?
In generale trovo che le proteste siano un compito frustrante. È arrendevole ed inefficace mentre io volevo salvare vite e porre fine a queste atrocità. Proprio per questo ho impostato la Sea Shepherd come organizzazione interventista anti-bracconaggio.
Dal 1979 avete affondato 9 baleniere. Perché?
Erano tutte imbarcazioni illegali e abbiamo semplicemente rispettato la legge internazionale sulla conservazione.
La pesca cosiddetta “sostenibile” o gli allevamenti di pesci possono essere utili in un’ottica di preservazione della fauna marina?
Non esiste la pesca sostenibile. L’oceano è sovrasfruttato e gli allevamenti ittici non sono la soluzione. Ci vogliono almeno 70 pesci catturati dal loro ambiente naturale per sfamare un salmone d’allevamento, e inoltre queste aziende sono inquinanti e diffondono malattie per le specie di salmone selvatico. In poche parole ci sono troppe persone e non c’è abbastanza pesce. Infatti proponiamo una moratoria globale sulla pesca commerciale per consentire all’oceano di ripopolarsi.
Che futuro immagini per i nostri oceani?
Il futuro dell’oceano è anche il futuro dell’umanità. La connessione più diretta è l’aria che respiriamo. Il fitoplancton nel mare produce tra il 60% e l’80% dell’ossigeno che respiriamo. Dal 1950, la popolazione dei fitoplancton è diminuita di circa il 40%. Questa diminuzione è causata dalla diminuzione dei nutrienti forniti da balene, mammiferi marini, uccelli marini e pesci. Se facciamo fare la fame al fitoplancton riduciamo la produzione di ossigeno nel mondo. Il pianeta ha due polmoni. Un polmone è blu e l’altro è verde. Se distruggiamo le foreste e il fitoplancton, distruggiamo noi stessi. La chiave per affrontare entrambi, sia i cambiamenti climatici che la salute degli ecosistemi marini, è la protezione della biodiversità oceanica. In breve, se muore l’oceano, moriamo tutti quanti!
L’orribile pratica del “grindadrap” (caccia alle balene) nelle isole Fær Øer è ancora praticata?
Sì, questa barbarie chiamata tradizione è ancora praticata: uccidono ancora balene pilota e delfini nelle danesi isole Fær Øer, ed inoltre l’appoggio della Danimarca è una violazione dei regolamenti dell’unione Europea.
Cosa può fare un singolo cittadino per contribuire alla causa e per ridurre il proprio impatto ambientale?
Ogni persona ha il potenziale per fare la differenza. La chiave per un movimento efficace è la diversità, in azioni, idee e immaginazione. Sea Shepherd infonde questo messaggio a tutti perché tutti possiamo fare la differenza. Ognuno di noi deve disciplinare se stesso su cosa consuma e su come lo fa. È necessario un contributo per rendere questo mondo migliore. Il miglior consiglio è quello di adottare una dieta a base vegetale. È la via più facile per fare la differenza. Dobbiamo anche fare tutto il possibile per proteggere e difendere la biodiversità e vivere entro i confini delle tre leggi dell’ecologia: diversità, interdipendenza e risorse limitate.
Cosa ti ha spinto a diventare vegano? È vero che chiunque salga sulla vostra nave deve adattarsi a questo regime alimentare?
Non è necessario essere vegano per essere un membro dell’equipaggio, ma sulle navi vengono serviti solo pasti vegani. Perché stiamo mangiando gli oceani al collasso. Circa il 40% dei pesci tolti dal mare vengono convertiti in alimentazione animale per i maiali, polli, animali da pelliccia, salmone locale e gatti. Solo i gatti domestici mangiano più pesce (circa 2.8 milioni di tonnellate) rispetto a tutte le foche dell’oceano atlantico del nord. L’industria della carne macella circa 65 miliardi di animali l’anno (non sono inclusi i miliardi di pesci consumati) e questo settore contribuisce di più alla produzione di gas serra che l’intero settore dei trasporti. Per questo credo sia importante che la Sea Shepherd dia il buon esempio.
Le felpe che indossate sono fatte in canapa, una pianta che ancora oggi è al centro di controverse discussioni e largamente criminalizzata. Cosa ne pensi dell’assurdo proibizionismo che ruota attorno ad essa? Pensi che ci saranno risvolti positivi?
Sempre di più stiamo assistendo alla creazione di alternative positive al posto di prodotti distruttivi.
Abbiamo bisogno di smetterla di produrre plastica e abbiamo bisogno di utilizzare risorse che hanno un impatto ecologico minimo. Il futuro va in questa direzione.
Consumiamo troppo o siamo in troppi?
Troppe persone consumano troppe risorse, rubando la capacità di carico di altre specie che causano così la diminuzione sia della diversità che dell’interdipendenza che porta verso uno stato di collasso ecologico.
Come cambierà il mondo nei prossimi 50 anni?
Una moratoria globale sulla pesca commerciale, l’applicazione di leggi severe contro la pesca illegale, la cessazione della distruzione della foresta pluviale, la conversione ad una dieta a base di vegetali, e la fine della produzione di plastica saranno passaggi necessari. Elaborando inoltre un programma che incentivi la stabilizzazione della popolazione e lo sviluppo di alternative ecologicamente positive ai prodotti di consumo della popolazione.
Qual è l’avventura più incredibile che hai vissuto con Sea Shepherd?
La mia carriera è stata un’avventura senza fine su molti livelli. Davvero non riesco a sceglierne una, essendo state una più incredibile dell’altra.
in collaborazione con Mario Catania