Sconti sulle tasse per chi ripara e ricicla
La Svezia dagli anni ’90 ha diminuito del 23% le emissioni inquinanti anche grazie a una politica che punta al rinnovabile. Ma quello che si deve cambiare è l’approccio culturale che si ha, soprattutto con gli oggetti e soprattutto con quelli di uso comune.
Questo autunno sarà presentato un disegno di legge volto a incentivare il riuso e il riciclo. Un abbassamento dell’aliquota iva dal 25% al 12% per le piccole riparazioni come per esempio di cicli, abbigliamento o scarpe. Inoltre sarà possibile chiedere uno sconto sulle tasse se si dimostrerà di aver contribuito a diminuire i rifiuti favorendo la rimessa a punto degli oggetti anziché il loro smaltimento.
La volontà è quella di ridurre il consumismo, anche dando stimolo e impulso verso il riutilizzo degli oggetti rotti, magari cambiandone la finalità d’uso. E la Svezia pare abbia trovato il tallone d’Achille di questo circolo vizioso: incentivare il cittadino economicamente e parallelamente investire sull’informazione.
Nel solo 2015 sono state recuperate 58 mila tonnellate di elettrodomestici, conseguenza di una attenta politica sul riciclo che può portare a un vero e significativo cambiamento.
Anche i nostri amici d’Oltralpe francesi hanno investito sul riparare gli oggetti rotti piuttosto che eliminarli, imponendo ai produttori di riportare sulle etichette la disponibilità dei vari pezzi di ricambio.
“Fai prima a comprarne un altro” è una frase da abolire se si vuole apportare un cambiamento significativo e autentico.