Sardegna: il sit-in dei canapicoltori per chiedere un incontro urgente con le istituzioni

La situazione in Sardegna per i coltivatori di canapa e gli addetti al settore più in generale sta diventando insostenibile e iniziano ad arrivare le prime reazioni. Il clima attuale è frutto anche della direttiva che era stata emanata a fine marzo, che apriva alla possibilità di effettuare sequestri preventivi, anche in assenza dell’accertamento dei livelli di THC.
Ora, il Movimento Canapicoltori Sardi, alza il tiro e organizza un sit-in davanti al palazzo della Regione Sardegna, a Cagliari, per il prossimo 10 novembre, avanzando delle richieste precise e chiedendo che si apra un tavolo di confronto per affrontare insieme le criticità.
Il sit-in nasce infatti per “chiedere con estrema urgenza un incontro con i rappresentati politici e disinnescare la paradossale situazione venutasi a creare nel nostro territorio, con relativa escalation di sequestri e problemi di ordine sociale. Da tempo si attendeva una riposta chiara e univoca da parte delle istituzioni e dalla politica, che permettesse ad agricoltori e imprenditori di investire e programmare in maniera imperturbabile”. Risposta che però, ad oggi, non è arrivata.
Secondo il Movimento, “nessuno di noi può sapere quante denunce, processi, sequestri e persecuzioni sono necessarie per destare i nostri politici (rappresentanti delle istituzioni) e convincerli del fatto che in Sardegna abbiamo un grave problema da risolvere, ma anche le procure (rappresentanti della legge e della giustizia) che dispensano perquisizioni e procedimenti penali, incuranti dello stress emotivo ed economico a cui sottopongono decine di persone oneste. Tanto zelo nel perseguitare chi, senza obbligo alcuno ha deciso di auto-segnalarsi, gettando gravi macchie nelle loro fedina penale e nella loro tranquillità”.
Secondo gli organizzatori: “La motivazione data è semplicistica e per loro banale, una pianta lecitamente coltivata, una volta tagliata diventa uno stupefacente. Meritevole di essere perseguita con gli strumenti previsti dal testo unico che disciplina la materia degli stupefacenti e sostanze psicotrope”. Ma “il presupposto base di qualsiasi filiera è quello di valorizzare ogni segmento, parte, prodotto e sottoprodotto di pianta, chiediamo quindi che venga tenuto ben a mente quando i tecnici, politici, forze dell’ordine incaricati si siederanno al tavolo per decidere come valorizzare la filiera della canapa”.
E quindi le richieste alle istituzioni politiche coinvolte sono le seguenti:
1. Si costituisca immediatamente un tavolo di concertazione tra Regione, Procure e nostri
rappresentati, per disinnescare immediatamente l’escalation alla quale stiamo assistendo;
2. Attività di controllo obbligatorie e urgenti, con strumenti Regionali, per bloccare eventuali
infiltrazioni criminali nel settore e garantire maggior tutela ai produttori;
3. Approvazione di una legge di settore;
4. Dettagliati disciplinari di produzione per l’ottenimento di marchi regionali di qualità;
5. Ricerca e sviluppo per il conseguimento di vantaggi competitivi;
6. Stimolare e facilitare l’aggregazione delle imprese;
7. Creare un evento fieristico, nella quale promuovere le produzioni Regionali e avere una posizione
di eccellenza nel mercato Europeo;
I coltivatori e gli addetti al settore sono pronti sin da subito a mettersi a disposizione in maniera attiva per il conseguimento dei risultati proposti, sicuri che con un approccio sinergico si possano rivalorizzare settori e zone sofferenti a causa delle troppe occasioni perse nel passato.
Decine di imprenditori oggi, si trovano a brancolare tra spese sostenute, rischi penali e un mercato nuovo e poco conosciuto, chiediamo che la Regione e tutte le istituzioni ci diano supporto. Noi siamo agricoltori, pastori, cerealicoltori, orticoltori, rivenditori, addetti ai lavori e anche potenziali disoccupati e pregiudicati. Certi di non essere stati infondatamente polemici, confidando nella Vostra presenza, cogliamo l’occasione per invitarvi tutti alle manifestazione del 10 novembre a Cagliari.