Sapo, il rospo psichedelico utilizzato dai Matses dell’Amazzonia
Recentemente, un antropologo statunitense, P. Gorman, ha avuto la possibilità (e il coraggio) di provare gli effetti del Sapo, la secrezione della pelle di una rana che la piccola tribù dei Matses dell’Amazzonia peruviana ancora oggi utilizza nei riti magici per la caccia.
I matses catturano la rana, chiamata davkiet, e la tengono prigioniera per alcuni giorni, facendo molta attenzione a non maltrattarla. Al momento della sua liberazione i bambini del villaggio la rincorrono accompagnandola verso la sua via di ritorno alla foresta e augurandole un buon ritorno a casa. Durante la prigionia, alla rana viene ripetutamente prelevata la preziosa secrezione della pelle con un bastoncino di bambù. La secrezione viene quindi essiccata e conservata sino al momento dell’uso. I Matses mescolano con la saliva un poco di secrezione essiccata; quindi, il braccio o il petto viene ustionato con un ramoscello fumante; la pelle bruciata viene spelata via, e la secrezione viene introdotta nella piaga.
Gorman ha così descritto la sua personale esperienza con il Sapo:
“L’effetto è sbalorditivo: nel momento in cui la droga viene posta sopra la tua pelle e il corpo comincia a scaldarsi. In pochi momenti ti senti come se bruciassi dall’interno; inizi a sudare. Il polso diventa più veloce: il cuore martella velocissimo! Diventi consapevole di ogni vena e arteria nel tuo corpo e le senti aprirsi per permettere la corsa precipitosa del sangue. Avverti i crampi allo stomaco e vomiti violentemente.
Perdi il controllo delle funzioni corporali: puoi urinare o defecare e sbavi incontrollatamente.
Cadi al suolo e perdi conoscenza: poi all’improvviso, ti senti spinto a fare cose che mai avresti sospettato di arrivare a fare, puoi ritrovarti a ringhiare o a latrare o a graffiare. Ti senti come se un animale stia passando attraverso il tuo corpo (…)
Per quindici minuti il ritmo diventa sempre più veloce: sei in agonia. Il dolore diventa così insopportabile che desideri morire, purché cessi, ma non muori (…) Finalmente ti addormenti. Non ci sono sogni o visioni con il Sapo, puoi anche meravigliarti di cosa vi sia dopo tutto in esso, fino a quando ti svegli, quando lo fai, sei diventato un dio! Ogni cosa attorno a te è più grande che nella vita normale: puoi vedere nel buio senza sforzo e la tua forza fisica è esplosiva. Puoi restare senza cibo per alcuni giorni e correre nella giungla per ore senza stancarti. Puoi vedere gli animali prima che essi vedano te, sentire quali piante sono benevole e quali no; ogni senso che possiedi viene accresciuto in sintonia con la foresta, come se il Sapo avesse messo il ritmo della foresta nel tuo sangue” (Gorman, 1993:56-7).
tratto da: Rospi psichedelici – Autori vari