Salvarsi dal terremoto per essere sfrattati a 95 anni da una casetta in legno: ma in che paese siamo?
Salvarsi dal terremoto per poi essere sfrattati a 95 anni dalla propria casa, con l’unica colpa di aver sfidato la burocrazia per poter continuare a vivere nel proprio paese, anche se devastato dal terremoto. È la storia di Peppina Fattori, un’anziana signora di San Martino di Fiastra, piccolo borgo marchigiano devastato dal terremoto del 26 ottobre 2016.
Peppina dopo il sisma che aveva fatto crollare anche la sua abitazione era andata per qualche mese a vivere a casa della figlia in città, ma non voleva vivere l’ultima stagione della propria vita tra cemento e palazzi, voleva a tutti i costi tornare nel suo piccolo borgo tra gli appennini. «Nonostante il nostro amore soffriva a stare lontana dai suoi monti – ha raccontato la figlia in una lunga lettera aperta – ed era determinata a tornare a viverci anche contro il nostro parere».
Così Peppina è tornata dapprima a vivere in un container che lei stessa aveva acquistato nel 1997, all’epoca di un altro terremoto. Senz’acqua né corrente elettrica. Così la figlia insieme al marito si adopera per costruire una casetta di legno dove poter far vivere la madre in sicurezza e di fianco alla vecchia casa crollata. Fa tutte le domande per avere i permessi e l’abitabilità, ma serve tempo. Troppo tempo per una signora di 95 anni che chiede solo di vivere ciò che le rimane a casa propria.
Fanno da soli, senza chiedere aiuto a nessuno. Con i propri soldi acquistano la casa e la fanno sistemare a regola d’arte sul terreno di proprietà della madre. In poche settimane la casa è pronta e Peppina può tornare a vivere la sua vita, guardano i suoi monti.
Fino all’altro ieri quando i carabinieri bussano alla sua porta. Hanno con loro un avviso di sfratto firmato dal giudice e le chiedono di lasciare la casa. Dicono che sia stata allestita senza i necessari permessi e che quindi è abusiva.
«Nel paese dell’abusivismo edilizio, dei condoni e della sanatorie postume, in una terra dove per anni sono stati fatti sorgere – a norma di legge – distese di pannelli solari e capannoni industriali tra le colline e i monti, e in un parco naturale nel quale in un batter d’occhio è stata autorizzata la costruzione della fabbrica Tods di Diego Della Valle (ad Arquata del Tronto) noi siamo al fianco di Peppina Fattori, terremotata di 95 anni», scrivono le Brigate di Solidarietà Attiva, rendendo pubblica la sua storia.
Grazie a loro si è sollevato un polverone sulla vicenda, attirando anche l’attenzione dei quotidiani locali. Ma per ora non è cambiato nulla, il giudice ha semplicemente concesso all’anziana signora altri 15 giorni di tempo per lasciare l’abitazione. Per la burocrazia Peppina deve andarsene e potrà tornare nella sua casetta in legno solo quando sarà approvata la domanda di sanatoria già presentata dalla figlia in luglio. Potrebbero passare mesi, o forse anni.
Considerata l’età Peppina potrebbe essere forzata a vivere l’ultima parte della sua vita in città, ma lei, spiega la figlia «chiede solo di poter morire serena guardando le sue montagne».