Cronache da dietro il cancello

Salute nelle carceri: continua la battaglia

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È passato un anno da quando l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per le condizioni di sovraffollamento in cui erano costretti i detenuti. Poche settimane fa il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha riconosciuto che sono stati ottenuti “significativi risultati”, facendo superare a pieni voti il primo esame. Ma non è finita qui perché il comitato riprenderà ad analizzare la questione nella sua riunione del giugno 2015, quando farà un esame approfondito sui progressi fatti.

In pratica vengono riconosciuti all’Italia risultati significativi, in particolare per quanto riguarda la diminuzione del numero di detenuti e il fatto che lo spazio vitale a disposizione di ogni carcerato sia di almeno 3 metri quadri.
«È il riconoscimento di un lavoro. Ma si tratta di un punto di partenza. C’è ancora molto da fare. Bisogna andare avanti con le riforme e quella della giustizia dovrà affrontare questo capitolo in modo sistematico e complessivo», queste le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando dopo la decisione del Consiglio d’Europa.

Non la pensa allo stesso modo Riccardo Arena, direttore di RadioCarcere, quando afferma che i detenuti in Italia vivono ancora in condizioni disumane e che: «La realtà è ben diversa, la decisione del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa è frutto di un inciucio politico».

In attesa di novità da Palazzo Chigi, per quanto riguarda la riforma della giustizia del Governo Renzi, i Radicali Italiani non si fermano e danno il via ad una nuova lotta non violenta per la salute nelle carceri. Si deve a loro, infatti, la creazione di un dossier che mette in luce la poca cura della salute in carcere, dimostrando l’alta incidenza di malattie soprattutto infettive. In particolare si tratta della violazione dell’articolo 3 della Convenzione EDU (trattamenti inumani e degradanti), purtroppo sistematica nel nostro sistema carcerario. Situazione denunciata più volte dalla stessa Rita Bernardini e che ha portato il segretario dei Radicali ad iniziare un Satyagraha nella forma dello sciopero della fame per far intervenire rapidamente il governo e cercare di risolvere una delle tante situazioni che da tempo si protraggono nel nostro Paese a scapito della vita di molti detenuti, spesso trattati al pari delle bestie.

Acirne

 



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