RZA – The Man With The Iron Fists Soundtrack (recensione)
Robert Fitzgerald Diggs, altrimenti conosciuto come RZA, è un uomo a cui di sicuro piace tenersi impegnato. In questo 2012 che si avvia alla fine, l’abbiamo visto scrivere (in coppia con Eli Roth), recitare e dirigere il suo primo film “The Man With The Iron Fists”, promuoverlo in tutti i continenti e firmarne anche la colonna sonora. Tutti sanno che RZA con le soundtrack ha già una notevole esperienza, avendo curato l’aspetto musicale del film Ghost Dog, dell’anime Afro Samurai e della saga di Kill Bill per il suo mentore e amico Quentin Tarantino. Le aspettative per quest’album erano quindi altissime.
Recensire una colonna sonora con questo gran numero di artisti che vi partecipano non è assolutamente facile: vi sono molte storie da raccontare, e tanti generi in apparenza diversissimi che si mischiano insieme dolcemente, andando a comporre un ottimo disegno musicale, ben gestito dal fondatore del Wu-Tang Clan. RZA ha scelto attentamente i suoi collaboratori, chiamando al microfono gente del calibro di Kanye West, Corinne Bailey Rae, gli amici Black Keys, la voce cristallina di Tre Williams e gli Idle Warship (Talib Kweli + Res), oltre al suo gruppone di Staten Island, New York. Gran parte del disco è infatti una sorta di chiamata alle armi per il Wu-Tang Clan, con i Generali presenti in 10 tracce su 16. Sorprendentemente, RZA produce solo 4 di queste, lasciando il lavoro pesante al sempre ottimo Frank Dukes, e a qualche altro produttore esterno (c’è anche Fizzy Womack).
L’inizio dell’album è di quelli da ricordare. Quando l’electro-funk dei Black Keys accompagna il vocione di RZA, è difficile rimanere impassibili o tapparsi le orecchie. Il video di “Baddest Man Alive” poi (diretto da Eli Roth) è un piccolo capolavoro. Il resto dell’album scorre piacevolissimo, con una serie di Wu-Banger che non ascoltavamo da anni: basta pensare a “Rivers Of Blood”, “Bust Shots”, “Built For This” o “The Archer” (con uno strofone terrificante di Killa Sin). Da citare anche l’elegantissimo pezzo di Kanye West (a cui RZA chiese un brano per accompagnare l’ingresso in scena di Lucy Liu nella pellicola), la reunion di Pharoahe Monch con gli M.O.P. (e Ghostface Killah), e la bella “I Go Hard” in cui è possibile ascoltare i progressi del giovane figlio di Ol’ Dirty Bastard, Boy Jones. Insomma, l’anima rap del disco è di qualità sopraffina, con quasi nessun punto debole. Vi è poi qualche pezzo ripescato dal passato, come “Your Good Thing (Is About to Come to an End)” di Mable John e Isaac Hayes, e “I Forgot To Be Your Lover” di William Bell, ricantata splendidamente da Tre Williams.
Concludo segnalando il soul raffinato di Corinne Bailey Rae, autrice di “Chains”, traccia talmente bella e ben cantata che potrei indicarla come traccia migliore del disco, insieme a “Six Directions Of Boxing”. Trattasi della reunion ufficiale del Wu-Tang Clan dopo “8 Diagrams”. Ok, ci sono solo 6 Generali e GZA dimostra tutti i suoi 46 anni, ma ascoltarli di nuovo insieme con U-God e Deck che stracciano il beat.. fa maledettamente bene.
Uno dei migliori prodotti dell’anno, classe musicale e rap infuocato. Provare per credere!
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Dario De Lisa