Royal Gorilla della Royal Queen Seeds
Con grande piacere vi parlerò del mio cultivo di 10 piante di Royal Gorilla della Royal Queen Seeds. Lo strain è un’ennesima gemma statunitense, salita agli onori delle cronache negli ultimi anni, grazie ai suoi livelli di THC che spesso superano il 25% e i suoi effetti demolitori. Un incrocio accidentale di Chem Sis e Sour Dubb ha dato vita a questo ibrido, diventato una varietà di punta del catalogo.
Partiamo dal set up:
- 2 luci: una HPS da 600 watt e una CMH da 315w con riflettori adjust a wing medium
- 10 vasi quadrati da 18 litri
- terra BIO BIZZ light mix
- un aspiratore in uscita da 2500 mc\h e 2 in entrata da 350mc\h
- 2 ventilatori a muro oscillanti
- linea fertilizzanti completa APTUS (incluso humic e fulvic blast) e NPK fioritura di BIO BIZZ
I semi sono stati fatti germinare in carta assorbente bagnata e messi in buste di plastica sigillate, successivamente sono state trapiantate nei loro vasi finali. Sin dall’inizio le Royal Gorilla si assomigliavano tutte, mostrando foglie verde scuro con punte molto serrate a coda di coccodrillo. Le piante hanno forse un po’ sofferto la defoliazione delle prime due foglie della cima apicale che faccio regolarmente per favorire la crescita laterale. Grazie a questo passaggio, nonostante sia indicata come uno strain dalla resa media, ho solo dovuto aspettare qualche giorno in più del normale per avere delle piante ben sviluppate e pronte per una fioritura abbondante.
Una cosa che mi ha davvero impressionato già in questa fase e che faticavo a distinguere dei fenotipi differenti. L’unica vera differenza stava nella ramificazione, che in alcune era più pronunciata. Dopo circa cinque settimane dalla germinazione le piante erano pronte per andare in fioritura.
Nelle prime due settimane di fioritura hanno raddoppiato le loro dimensioni, sviluppando delle cime molto allungate, quasi da sativa, e una struttura solida mentre le sembianze dei fiori iniziavano ad assumere dei colori viola/rosaceo. La fioritura è andata avanti senza intoppi, raramente ho visto piante così resinose sviluppare cime così lunghe e dense. Arrivate alla sesta settimana di fioritura avevano bisogno di sostegni per tenere in piedi i rami. Gli odori erano molto simili tra loro: un mix di note terrose e frutti tropicali. Alla settima settimana ho iniziato a sciacquare le piante con acqua e acidi umici, e dopo 10 giorni erano pronte per essere tagliate.
Le piante erano molto facili da pulire con pochissime foglie da togliere, e data la quantità di resina mi sono limitato a tagliare solo le punte delle foglie. Dopo essere rimaste a testa sotto per 10 giorni erano pronte per il barattolo e dopo altri 10 giorni arrivava il momento per la degustazione.
A differenza di tanti strain coltivati in passato, i fiori delle diverse piante e i loro effetti sono risultati incredibilmente simili tra loro.
Quando si apre il barattolo si viene sopraffatti da un odore pungente di terra e frutti tropicali con note secondarie di limone. Ma se state pensando che la Royal Gorilla si limiti alle apparenze, vi sbagliate di grosso: dopo il primo tiro, in cui tutti i sapori si traducono molto bene nel palato, l’effetto di questo strain è immediato e fortissimo. Vigoroso e stordente, anche quasi tonificante, nonostante possa sembrare una contraddizione, l’effetto fortissimo mi motivava e ispirava. In questo strain non ho trovato nessuna pecca e l’ho ribattezzato l’Amnesia delle kush perché è difficile per un grower o un fumatore chiedere di più!
a cura di Resistenza Cannabica