Roberto “Freak” Antoni
Roberto Antoni, nato il 16 aprile 1954 a Bologna, è stato uno dei cantanti più influenti del movimento artistico-culturale post ‘77. Padre del rock demenziale italiano e fondatore del gruppo Punk-Rock Skiantos è cresciuto alle porte di Bologna conseguendo il diploma di perito agrario.
È in questi anni che prende forma la sua personalità diventando il leader degli scorretti e dissacranti Skiantos che a partire dal 1975 cominciano a suonare nella sua cantina. Non solo cantante ma anche scrittore, paroliere, cabarettista e autore di numerosi libri sin dai tempi degli studi universitari al Dams di Bologna dove si laurea nel 1978. Nel 1977 esce l’album Inascoltabile, inciso in una notte da una decina di persone che neanche si conoscevano. Pubblicato su musicassetta venne portato in giro per l’Italia con performance provocatoriamente avanguardiste. Salendo sul palco gli Skiantos insultavano il proprio pubblico e spesso lanciavano ortaggi marci sui propri fan.
Quella di Freak Antoni è la Bologna rozza dei fricchettoni, degli universitari euforici, delle bettole e di radio Alice. Gli Skiantos si sono sempre definiti autori del genere demenziale, ma in realtà ciò che stava dietro ai loro testi era il continuo attacco alla retorica e all’ipocrisia delle istituzioni. Secondo le parole di Antoni: “Nelle nostre canzoni abbiamo sempre mescolato due livelli, quello alto, escatologico, di impegno politico, e quello basso, scatologico, gergale”. Nel 1978 pubblicano MONO tono diventando con questo LP i portavoce dell’anticonformismo e della ribellione. Eptadone è diventato un inno generazionale con la sua inusitata e indimenticabile introduzione: “Ma che cazzo me ne frega! Genere ragazzi genere! Ehi sbarbo smolla la biga che slumiamo la tele. Sei fatto duro, sei fatto come un copertone. Ci facciamo? Sbarbi sono in para dura! […] Ma che viaggio ti fai? Intrippato. Brutta storia ragazzi, brutta storia. C’ho delle storie ragazzi, c’ho delle storie pese! C’hai delle sbarbe a mano? No c’ho delle storie, fatti questo slego: 1 2 6 9!”.
Il 1979 è l’anno della partecipazione al Bologna Rock, festival dove sono presenti tutti i maggiori gruppi della scena Punk nostrana. Salirono sul palco portando con sé una cucina, un tavolo, un frigo e misero a bollire gli spaghetti, per poi mangiarli senza suonare nulla e facendo imbestialire il pubblico; inevitabile fu la ripicca dei fan per un gesto frainteso e disprezzato dai più. Nel 1979 esce Kinotto, al 66esimo posto nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stones Italia.
Come scrittore Antoni è stato autore di quattro libri Feltrinelli, un volume con Sperling & Kupfer e uno con Pendragon. Amico di numerosi artisti e scrittori era molto legato ad Andrea Pazienza, famoso fumettista con cui condivideva la passione per gli stupefacenti e che lo aveva più volte fatto comparire nei suoi racconti illustrati, dai quali è stato ispirato il film Paz al quale Antoni stesso ha partecipato nel 2003 e diventato un Cult per ogni studente “bolognese”. Ha collaborato al film-documentario Siamo fatti così e per la pellicola Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Nel 2007 un altro fumettista, Stefano Ianne, pubblica Freak, un fumetto bimestrale con le avventure del leader degli Skiantos.
Dal 1977 al 2009, anno dello scioglimento, gli Skiantos pubblicano quattordici album, collaborando con artisti come Lucio Dalla, Luca Carboni e Samuele Bersani ed inoltre nel 1990 sono stati gruppo di spalla nel tour di Vasco Rossi. Nel 2009 forma la Freak Antoni Band e, con la collaborazione della pianista e sua ultima compagna Alessandra Mostacci, pubblica l’album Dinamici Plastici, che vince il Premio Tenco. Tra i suoi aforismi troviamo la frase “Ama il prossimo tuo come te stesso! Ma se io mi detesto?”. Eppure era amato dalla sua città, Bologna, che per lui ha voluto tutti gli onori del caso, una camera ardente a palazzo d’Accursio dove non sono mancati gli amici Elio (di Elio e le Storie Tese) e Samuele Bersani, che, riferendosi alla recente scomparsa di Lucio Dalla ha detto: “Questa città sta diventando quella delle bandiere a mezz’asta”. Ma si sa che i miti non muoiono mai, ciao Freak.