RLP – Riparto da qui (recensione)
Da qualche mese ha visto la luce “Riparto da qui”, nuovo disco del giovane rapper salernitano RLP. Dove RLP è l’acronimo del suo nome di battesimo, Riparto da qui è una decisa dichiarazione di intenti: il punto di arrivo di un discorso nato nel 2006, anno bagnato dal suo esordio mic in mano; ma, soprattutto, un lavoro che rappresenti la summa delle esperienze pregresse e che funga da trampolino di lancio nella scena hip hop italiana. Da qualche giorno è online il terzo video dal brano “Sembra facile”, che assieme a “Perché?!” e “Convinzioni” forma i primi tre estratti dall’album.
“Riparto da qui” è prodotto da DintRecordz, un’etichetta nata dal movimento Dint che unisce artisti, vecchi e nuovi, della scuola salernitana. In piccolo, il disco di RLP ripropone lo stesso compromesso tra old e new, chiamando a raccolta personaggi storici come Dj Rogo e Dj 2Mani alle macchine e Morfuco al microfono, e (più o meno) nuove leve come Tropa d’Elite, Peste Mc (presente nella prima line-up dei Funky Pushertz) e Fonch, con Scissor al beat. Un mix molto sentito, che si palesa nella combo con Morfuco in “Dalle origini”. Il comune denominatore è un taglio molto classico, nell’impostazione di rap e suono.
Terzo album, quasi sei anni dall’esordio discografico: la giovane età gioca ancora a favore del 24enne salernitano, ma di sicuro vi è da tirare i bilanci, poiché il raggiungimento del terzo progetto solista è un traguardo importante, soprattutto se è il risultato di diversi anni di rap e live show. “Misteri” e “Misteri parte II”, i suoi primi dischi, erano figli di un periodo in cui, a meno che non ci si trovi di fronte un artista prodigio, l’acerbità permea ancora stile e approccio alla faccenda. “Riparto da qui” fa tesoro delle esperienze maturate e propone un RLP più convinto dei propri mezzi, meno intimidito grazie alla consapevolezza accumulata col tempo. Grazie a tutto ciò, il nostro si disimpegna su svariate tematiche con coscienza (a parte un paio di episodi rivedibili, come “Puttanopoli”), ma fondamentalmente propone un rap lineare, mai sopra le righe. I tre brani meglio riusciti sono quelli premiati dai videoclip più il buon incontro con Morfuco. In linea generale RLP pare peccare nella modulazione delle pause, talvolta forzate e non completamente amalgamate al flusso, forse per questo ancora non troppo pulito. In più, dato che si è mostrato capace di affrontare più temi, può migliorare l’adattabilità espressiva ai diversi argomenti. I miglioramenti dai primi prodotti ci sono, tocca trovare e affinare le peculiarità del proprio fare musica.
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Nicola Pirozzi