Rivoluzione Autofiorente: semi di Cannabis contro il proibizionismo
Negli ultimi 10 anni il mercato dei semi di Cannabis è stato stravolto dalla così detta rivoluzione Autofiorente, ma andiamo a capire meglio di cosa si tratta.
Quasi la totalità delle Seeds Bank europee e non solo, si sono dovute adeguare ad un trend internazionale, che ha visto negli ultimi anni, breeder di tutto il mondo, cimentarsi negli incroci di varietà di Cannabis già affermate, con ceppi meno noti della famiglia Ruderalis.
Ricordiamo che la varietà di Cannabis Ruderalis, ha questa fantastica prerogativa di non essere dipendente dal fotoperiodo, e quindi, di fiorire secondo un proprio orologio biologico e non in base alle ore di luce/buio a cui viene esposta.
Notoriamente le varietà Ruderalis, hanno una percentuale di Cannabinoidi nettamente inferiore alla Cannabis Sativa o Indica. Motivo per cui, avevano un mercato abbastanza ristretto; tutto ciò è cambiato nell’ultimo decennio, quando i primi breeder sono riusciti a creare le prime genetiche stabili di un incrocio tra una Ruderalis ed un Indica, il suo nome era LowRyder. Questa prima varietà rimaneva bassa, con una produzione lievemente sotto la media, ma che manteneva il carattere dominante recessivo, per la quale era stata creata, ovvero l’indipendenza dal fotoperiodo; nonché la concentrazione medio alta di Cannabinoidi dovuta al perfetto incrocio con la varietà Indica.
Da quel momento le Autofiorenti hanno letteralmente invaso il mercato, infatti ad oggi numerose Seedbank hanno incentrato il loro mercato su queste varietà, chiamate ad oggi AutoFem (aggettivo che sta ad indicare una varietà Autofiorente e Femminilizzata).
Con gli anni i breeder si sono spinti aldilà della normale sperimentazione e sul mercato odierno si trovano incroci di ogni genere o ceppo già noto, con le Ruderalis, che pur essendo veloci e pronte al raccolto in poco tempo (80/90 giorni dalla posa del seme), mantengono le qualità e gli aromi delle cugine Indiche/Sative con cui vengono ibridate.
Le varietà AutoFem, vengono universalmente considerate adatte a condizioni estreme, a coltivazioni che non danno nell’occhio e che si sviluppano in un lasso di tempo relativamente breve.
E quale condizione è più estrema del proibizionismo attuale?!