Rivegetazione, rigenerazione e selezione di piante madri e padri
Alcuni metodi per mantenere in vita una pianta nonostante sia alla fine del suo ciclo e usarla come pianta da selezione, clone o per ottenere un secondo raccolto
La coltivazione di piante dal seme è un qualcosa che l’uomo svolge da generazioni e generazioni. Infatti la maggior parte della nostra frutta e verdura deriva dalla coltivazione e dall’allevamento selettivi portati avanti sin dall’inizio dell’agricoltura! Tuttavia i semi variano leggermente nel loro fenotipo (i tratti fisici), e ciò, a volte, è importante per riuscire a riprodurre la stessa identica pianta come clone da seme selezionata.
Le grandi scoperte spesso arrivano inaspettatamente o non sono volontariamente cercate. Molti degli sviluppi più importanti nel campo della tecnologia, della genetica e della medicina sono avvenuti casualmente e senza motivo. Le cose infatti accadono quando qualcuno capisce finalmente cosa sta osservando e quindi lo applica. Spesso semplicemente applicando un principio valido in un campo a un altro ambito si fa una grossa differenza o costituisce un’innovazione. Questa è stata la storia dei nostri sviluppi agricoli per quanto riguarda le nostre moderne varietà di cibo. Prodotti come i pomodori, i cachi, l’ananas, le barbabietole e così via, sono nati come modeste varietà selvatiche e, con il tempo e grazie all’intervento umano, sono cambiati molto nel corso degli anni grazie a ripetuti tentativi ed errori nella selezione del seme prodigio. Oggi coltiviamo pomodori di vario tipo come i datterini, i cuori di bue, il buffalo steak e molti altri, e la maggior parte è stata selezionata in vari paesi per via della loro resistenza ai parassiti e dei vincoli climatici dei paesi in cui venivano inizialmente coltivati.
MANIPOLARE IL FOTOPERIODO
Col tempo si è poi passati alla coltivazione in serra, dove è possibile manipolare il fotoperiodo e coltivare pomodori tutto l’anno! Lo stesso si applica alla maggior parte della frutta e della verdura disponibili fuori stagione.
Gli sviluppi in ambito agricolo hanno applicazioni per molte altre specie di piante. Infatti con piccoli adattamenti e cambiamenti delle ore di luce, gli agricoltori sono stati in grado di adattare i loro terreni di coltura, le condizioni climatiche e la domanda/offerta in base ai bisogni di una popolazione.
Se applichiamo questo concetto alla pianta di cannabis vediamo che essa si comporta in maniera simile a tutte le colture erbacee annuali da seme. Tuttavia, quando una pianta da seme spicca come pianta davvero speciale ci si interroga su come si possa mantenerla in vita per usarla come pianta da selezione o anche per replicarla. Quaranta anni fa la risposta era che non si poteva! Oggi abbiamo più esperienza e, grazie a tentativi ed errori e alla manipolazione del fotoperiodo durante il ciclo di vita di una pianta, siamo riusciti a ottenere tutto ciò a cui aspiravamo, e possiamo clonare e replicare con successo la stessa identica pianta che consideriamo utile per determinati prodotti.
In parole semplici, la cannabis, come la maggior parte delle piante, prevede un periodo di vegetazione e uno di fioritura. Qual è la differenza? Il fotoperiodo è la differenza o la quantità di ore di luce che la pianta riceve! Quando la pianta è esposta a 18 ore di luce e a 6 di buio, sta replicando la fase vegetativa come se fosse all’aperto in primavera e all’inizio dell’estate, cioè sta crescendo in altezza prima di cambiare ciclo. Successivamente quando inizia la stagione autunnale e l’inverno, le ore di luce diminuiscono e si hanno 12 ore di luce e 12 di buio: il che fa scattare l’inizio della fioritura della pianta di cannabis. Molte altre piante hanno caratteristiche simili e quindi possono anche essere manipolate in serra, consentendo raccolti costanti tutto l’anno.
RIGENERAZIONE DELLA CANNABIS
Quando una pianta possiede caratteristiche speciali come la fragranza, la resa, la potenza dei principi attivi o altre cose del genere, e si trova già in fase di fioritura e si avvia verso la fine del suo ciclo di vita, è possibile rigenerarla per riportarla a uno stadio vegetativo in cui è possibile farne dei cloni e replicarla oppure ottenere un secondo raccolto.
La prima cosa da fare, dato che si trova in fase di fioritura, è riportare la pianta a un regime di 18 ore di luce e 6 di buio mettendola vicino a una fonte diretta di illuminazione. Quando una pianta viene riportata dalla fioritura alla fase vegetativa bisogna rimuovere i principali siti delle infiorescenze per ridurre il rischio di muffe o parassiti. Tuttavia, la pianta che si sta rigenerando deve mantenere un certo numero di foglie e di infiorescenze minori non danneggiate. In questa fase è necessaria poca acqua altrimenti le radici marciranno, perché gli ormoni all’interno della pianta stanno cambiando e ciò significa che in questo periodo la crescita sarà ridotta o nulla. Pertanto un’eccessiva irrigazione può uccidere la pianta che si voleva conservare, quindi bisogna fare attenzione.
La pianta non avrà bisogno dello stesso nutrimento che riceveva in fioritura, per cui bisognerebbe tornare a un regime di alimentazione più ricco di azoto non appena si notano rigenerazione e nuove foglioline nei siti di fioritura. A questo punto la pianta sta mostrando di essere pronta per la rivegetazione, fase in cui essa avrà bisogno dello stesso nutrimento che le è stato necessario un tempo per raggiungere l’altezza e la forma che aveva prima della fioritura.
Dare alla pianta che si sta rigenerando il tempo di riprendere la crescita di almeno 3 o 4 internodi, servirà per capire che è tornata in fase vegetativa in modo corretto e che dovrebbe già essere possibile iniziare a clonarla. Ma, una volta prelevati i cloni, bisogna tenere la pianta selezionata sotto un regime di 18/6 ore nel caso i cloni iniziali presi dai nuovi siti di vegetazione non radichino bene o non sembrino sani.
Potrebbe anche verificarsi un secondo ciclo di clonazione, che significherebbe che la pianta madre rigenerativa selezionata sarà al sicuro e sana. A questo punto si può continuare a tenere la pianta rigenerativa originale oppure iniziare a coltivare uno o più cloni in modo da riprodurre facilmente questa pianta da seme selezionata. Infatti molti dei migliori breeder hanno utilizzato questa tecnica per recuperare piante speciali e permettere loro di rimanere vive per molti anni e senza problemi.
Una volta che sappiamo cosa contiene una femmina di cannabis AA e la combiniamo con una pianta maschio XX da riproduzione, verrà prodotta progenie AX. A questo punto, se il 70% della progenie ha lo stesso aspetto e il 15% assomiglia alla madre e l’altro 15% al padre, allora verrà considerata una varietà da seme stabile. Quindi, mantenendo indefinitamente in vita la stessa madre AA e lo stesso padre XX si avrà sempre l’identica progenie AX senza differenze genetiche.
Se applicate questa tecnica rigenerativa per la prima volta dovete considerare alcuni aspetti. Se scegliete di utilizzare la pianta originale per la rigenerazione sarà essenziale, dopo averla clonata con successo, pulire i resti di infiorescenze lasciate nei siti delle gemme quando la pianta era in fioritura. Ciò eliminerà la possibilità che compaiano muffe, funghi e altri parassiti che si formano quando la biomassa è in decomposizione. Un altro aspetto molto importante per il mantenimento in vita della pianta madre selezionata consiste nel portarla all’aperto una volta l’anno ed esporla alla luce naturale per 4 settimane, per poi tagliare un clone fresco cresciuto durante l’esposizione al sole e farlo radicare. A quel punto sarà possibile mantenerla sotto l’illuminazione artificiale per il resto dell’anno senza che perda nessun vigore. Se desiderate mantenere in vita selezioni specifiche anno dopo anno è sempre utile ripetere queste azioni così da non avere problemi di piante che si indeboliscono e muoiono.
I veri coltivatori non hanno centinaia di piante da mantenere in vita; possono avere una libreria di 20 esemplari femmine e forse 4 o 5 maschi. Tenere una copia delle madri e dei padri è essenziale se desiderate produrre lo stesso seme in modo costante. Oggigiorno abbiamo l’alternativa di mantenere una copia in forma di tissue culture (micropropagazione) così, se il coltivatore o il selezionatore dovessero perdere le piante per via di disastri naturali o di infestazioni, allora ricrescere un clone conservato tramite micropropagazione è ultima linea di difesa. Il resto delle piante da selezione può essere conservato in forma di seme in un frigo per oltre 10 anni se non viene esposto al calore o alla luce intensa. È quindi possibile lavorare su una nuova linea o su diverse nuove linee di varietà, ma tutte in diverse fasi di sviluppo, e tornarci quando c’è spazio o il tempo lo permette.
I più importanti sviluppi nella coltivazione della cannabis sono stati l’avvento della clonazione, la manipolazione del fotoperiodo e la rigenerazione di piante in fioritura selezionate. Tanti anni fa cominciavamo la coltivazione con nuovi semi e se trovavamo qualcosa di speciale non eravamo in grado di mantenerlo, 40 anni dopo possiamo rigenerare una pianta in fioritura, clonarla e replicare il processo di clonazione per ottenere un raccolto da una singola pianta selezionata. L’apprendimento di tutti questi elementi sulla coltivazione della cannabis ha permesso che da un hobby da hippy diventasse un’industria mondiale milionaria.
Lavorare a cose speciali richiede tempo e pazienza e sebbene possa non essere subito remunerativo, lo sarà nel lungo periodo una volta acquisite le abilità necessarie per operare!